Sciolto per mafia il Comune di Vittoria

Inaspettata, anche se da molti prevista, è arrivata la decisione del Consiglio dei Ministri che su proposta del Ministro dell’Interno, Salvini, ha deciso di sciogliere il Comune di Vittoria per mafia.
Decade così il Sindaco Moscato, eletto con una lista civica, il primo sindaco di centrodestra della cittadina che, da sempre, era stata amministrata dalle sinistre.
Una terna prefettizia amministrerà la città per almeno due anni.
In alcuni ambienti politici vittoriesi la notizia circolava già, addirittura i grillini, che fanno parte della compagine di governo nazionale, avevano già organizzato una fiaccolata per stasera, venerdì 27 luglio, segnale evidente che si conosceva già l’esito delle decisioni che sarebbero state prese.

Il comune ibleo viene sciolto perché sarebbero state riscontrate infiltrazioni mafiose nei più importanti settori produttivi della città
Come ha più volte sottolineato, il sindaco Moscato, coinvolto nelle indagini perché si ritiene abbia stabilito accordi, più o meno taciti, con l’ex sindaco Nicosia per stabilizzare alcuni dipendenti della ditta che si occupava della gestione dei rifiuti solidi urbani, si diceva favorevolmente disposto per l’insediamento della commissione prefettizia perché avrebbe potuto fare chiarezza sul terremoto politico, e anche giudiziario, che aveva provocato l’inchiesta ‘Exit Poll’.
All’epoca, furono arrestate sei persone fra le quali l’ex sindaco Nicosia e il fratello Fabio, consigliere comunale del PD, le cui misure restrittive furono poi annullate dal Tribunale del riesame assieme alla mancata conferma dell’ipotesi di reato del 416-ter per l’ex sindaco Giuseppe Nicosia.
Il sindaco Moscato, coinvolto in questa indagine per voto di scambio politico mafioso, si era professato del tutto innocente, nella totale serenità per aver agito nel pineo rispetto della legge e della città.

Il sindaco Moscato auspicava trasparenza sui fatti, nella considerazione che gli stessi erano riferiti al decennio amministrativo precedente al suo insediamento, escludendo ipotesi di un suo coinvolgimento nella fase delle elezioni del giugno 2016 e stigmatizzando le posizioni che si dicevano favorevoli allo scioglimento del Comune, ritenendole frutto della ricerca di vendette personali ripicche politiche.

Ora Vittoria va incontro ad un inevitabile periodo di paralisi politica e amministrativa, che si prospetta lungo e del tutto negativo in una fase dell’economia locale, strettamente legata all’agricoltura, decisamente in crisi.

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