di Vilnius Nastavnic
Quasi per nulla, a nudo i molti vizi e le poche virtù di uomini, partiti e movimenti
Una vicenda che poteva risultare poco interessante e per nulla influente, come poi è stata, rivela i lati oscuri di una politica comunale che il fallimento di partiti e movimenti ha portato al declino.
Il riposo estivo, invece di portare lucidità fra chi si occupa della res pubblica cittadina, fa emergere la dissociazione politica di molti.Protagonista del rientro post ferie il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle che decide di togliere alle minoranze le due Presidenze di Commissione.
Nello squallore indecente di questi organi consultivi, anche la prima e la sesta commissione, guidate rispettivamente dai consiglieri Morando e Mirabella, non si erano distinte né positivamente, né negativamente, come le altre commissioni. Non c’erano motivi, per sostituire i Presidenti, che non fossero la mera occupazione di poltrone o la punizione per troppa opposizione in aula.
Considerate le altre variazioni sulle Presidenze, interne al Movimento e per esigenze personali di qualcuno, era opportuno gestire in maniera più professionale il tutto che, invece, si è svolto all’insegna del puro dilettantismo.
Riunioni e incontri che alla fine sono stati finalizzati più a dirimere i contrasti interni al gruppo consiliare che a decidere sulla sorte dei Presidente delle minoranze, il cui destino affiorava come risalente a giorni e settimane ormai lontani.
Primo errore, si iniziava, inspiegabilmente, con 4ª e 2ª commissione: veniva sostituito il Presidente Massimo Agosta, nella quarta commissione, dal vice Stevanato, mentre, poco più tardi, lo stesso Agosta andava prendere le redini della 2ª commissione, abbandonata, per motivi di lavoro, da Schininà.
Una comunicazione minimamente accettabile avrebbe consigliato di annunciare prima, ufficialmente, i cambi e nessuno ci avrebbe fatto caso, considerate le inevitabili, ancorché eventualmente poco credibili giustificazioni.
Si è prestato, invece, il fianco alle illazioni su una possibile ‘punizione’ di Agosta per le sue ‘intemperanze’ in tema di bilancio e relativi addetti che, se non fosse stato per il personaggio in causa, esempio tipico del politico disinteressato che fa politica come si potrebbe andare ad assistere anziani o disabili dopo le ore di lavoro, avrebbero provocato inutili quanto basse considerazioni sulla vicenda.
Si passa, poi, alle convocazioni per 6ª e 5ª commissione e inizia il teatro: per assenza dei componenti 5 Stelle, all’appello manca il numero legale in entrambe le sedute, mentre i pochi grillini presenti sono in corridoio o dietro la porta. Segnale evidente che non c’è intenzione di confermare il presidente della sesta commissione, mentre veniva assicurata la conferma del Presidente della 5ª.
Nient’altro che alimentazione di polemiche e di pressioni, fra riunioni esterne del gruppo consiliare che vengono convocate e, successivamente, disdette.
Tutto per non comunicare una decisione che, comunque, sarebbe stata legittima: bastava dire che per un principio di turn-over, si intendeva riprendere le presidenze delle Commissioni, non ritenendo più opportuno lasciarle alle minoranze.
Il bello della commedia è arrivato quando, nelle successive sedute, non viene confermato Mirabella, mentre resta al suo posto Ialacqua nella 5ª, il tutto lasciando una porta aperta , che, però il vento può chiudere improvvisamente, per Morando nella 1ª, quando sarà convocata la commissione.
Cade il velo e il Movimento 5 Stelle resta nudo: a meno di non considerare le commissioni come rimpatriate al bar del paese, o non si fanno commenti o si è coerenti, perché non si può liquidare Mirabella senza motivi ufficiali, per poi ascoltare che il più severo censore dell’amministrazione pentastellata, il rappresentante del Movimento Città, autore di interventi durissimi e crudi contro Sindaco e assessori, viene considerato portatore di contributi all’amministrazione attraverso una opposizione costruttiva.
Alla fine il gruppo pentastellato si va a infilare in un vicolo cieco perché, se vince la componente che vuole far fuori anche Morando, ne esce fuori una strategia mirata contro le opposizioni, se Morando resta, accettando una rielezione che lo pone isolato al di fuori della squadra delle opposizioni, emergono un’ azione personale nei confronti di Mirabella e il mistero sulla tutela di Ialacqua che non può essere giustificata solo con le competenze.
Una battaglia per il nulla, buona solo per scrivere Presidente o vicepresidente sul biglietto da visita, che ha confermato l’esistenza di due componenti all’interno del gruppo consiliare, un’ala dura e una moderata, più portata al dialogo, senza leader carismatici o personaggi in grado di guidare un gruppetto di soli 16 consiglieri, tanto da dover fare riunione per ogni battito d’ali di una farfalla.
L’unico risultato della battaglia, ma non se ne sono resi conto, lo schiaffo ad una opposizione ormai allo sbando, ma di questo ci occupiamo dopo.