La bocciatura del ddl sulla ricostituzione delle province forse porterà il necessario chiarimento nella maggioranza del governo regionale

Inaspettata ma non ha sorpreso molti, la bocciatura della riforma delle Province ha messo in risalto le divisioni della maggioranza: 37 i deputati di maggioranza presenti in aula, solo 25 i voti a favore, dodici franchi tiratori sono troppi per qualsiasi giustificazione si voglia trovare.
Schifani minimizza e dice di andare avanti con il suo programma, ma già corre ai ripari con una serie di incontri bilaterali con Lombardo e Cuffaro per verificare la tenuta della sua squadra.
C’era stata la bocciatura della legge salvaineleggibili, c’era stata la riunione di giunta per i manager della sanità senza gli assessori di Fratelli d’Italia, i due leader siciliani non sono i soli di cui si può dubitare. Dubbi e sospetti che aleggino su tanti e per le più diverse motivazioni. Sempre la solita politica fatta di tattiche e di ricatti, ma di crisi non se ne parla
Quelli che hanno votato contro, se lo hanno fatto perché contrari alla reintroduzione delle province, dovrebbero chiedere la definitiva chiusura, con trasferimento delle competenze, per evitare di tenere in vita solo uno stipendificio.
Tanti i commenti di quanti erano a favore.
Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana ha scritto: ”
“I siciliani hanno perso oggi una grande opportunità per ridare dignità e rappresentanza istituzionale all’ex province, che ormai da anni, dopo una scelta scellerata del governo Crocetta, versano in stato di gravissima crisi in termini di servizi per i cittadini e i territori.
Non può che dispiacere che una norma di alto valore istituzionale sia stata bocciata, trincerandosi dietro scuse false come quella che si sarebbe trattato di una mossa preelettorale.
Ad essere uscita oggi sconfitta da Sala d’Ercole è la democrazia e la rappresentanza democratica dei siciliani, che dovranno continuare a subire i danni della cancellazione degli Enti di area vasta.”

Lo stop imposto al cammino parlamentare della legge sulle province rappresenta una sconfitta per i territori e le comunità che da anni subiscono incredibili carenze e disservizi; questo stop è un duro colpo ai processi di partecipazione democratica che nelle elezioni hanno il loro punto più alto.
Il gruppo parlamentare di Forza Italia all’assemblea regionale siciliana oggi ha votato in modo compatto e unito per proseguire il dibattito sulla proposta di legge riguardante le province.
Questo perché questo disegno di legge era parte integrante, e resta parte integrante del programma del governo presieduto da Renato Schifani e condiviso con l’intera coalizione.” Il commento di Marcello Caruso, Coordinatore regionale di Forza Italia.

Non è mancato l’intervento del Presidente del Consiglio comunale di Ragusa, Fabrizio Ilardo che così si è espresso:
“Una riflessione s’impone dopo quanto accaduto in questi ultimi giorni all’Ars. La politica non ha più alibi.
E deve restituire immediatamente la democrazia diretta anche ai cittadini della nostra provincia. Il riferimento è al voto dei deputati regionali che ha detto no, almeno per ora, al ddl sulle Province perché ritenuto contro tutte le regole. Che sia questo o che sia un altro il provvedimento, però, resta una necessità per evitare che si vada avanti, da un commissariamento all’altro, e questo accade già dal 2012, a colpi di proroga. Perché non dimentichiamo che la cosiddetta “Legge Delrio” statuisce l’elezione di secondo grado dai e tra i consiglieri comunali.
Noi, però, non abbiamo né l’una, l’elezione di secondo livello, né l’altra, cioè l’elezione diretta da parte dei cittadini.
Auspichiamo che l’elezione degli organi provinciali, così come tra l’altro imposto dalla sentenza 136 del 2023 della Corte Costituzionale, possa effettivamente svolgersi dopo che per oltre un decennio anche ai cittadini del territorio ibleo è stato impedito di esercitare un proprio diritto.
E speriamo, altresì, che la politica torni a esercitare il proprio ruolo, cioè quello di governare gli enti sovracomunali come in questo caso l’ex Provincia regionale.
È, come dice il costituzionalista Agatino Cariola, riflessione che condivido pienamente, “un problema di definizione delle regole istituzionali e non certo di maggioranza e di opposizione”. Speriamo, dunque, che la vicenda possa finalmente sbloccarsi”.

L’on.le Ignazio Abbate, Presidente della Prima Commissione, nonché primo firmatario del DL, ha così commentato quanto avvenuto al parlamento siciliano:

Riforma province punto fondamentale per la DC, ora un chiarimento interno e ripartenza
“La riforma delle Province per la Democrazia Cristiana, così come per Schifani, ha sempre rappresentato un punto fondamentale del proprio programma alla quale abbiamo lavorato per oltre un anno sia in Commissione Affari istituzionali che presso l’assessorato agli Enti locali.
Inspiegabilmente, con il voto segreto alcuni parlamentari della maggioranza che, con le parole si sono espressi favorevolmente, hanno deciso di votare contro.
Siamo sempre stati e continueremo ad essere vicini e leali al presidente Schifani sostenendo l’attività del governo. Adesso, inevitabilmente, occorrerà un chiarimento all’interno dei partiti affinché la maggioranza trovi nuovamente unità sui provvedimenti che vanno portati in Aula”.
“Dispiace perché ci abbiamo lavorato per più di un anno ma non ci facciamo scoraggiare.
Le province sono una priorità perché la situazione di degrado di strade e scuole, per dirne solo due, sono sotto gli occhi di tutti. Sono disponibile a riprendere il percorso in Commissione di un nuovo DL che potrà essere discusso solo a partire dal 16 marzo, cioè dal primo giorno della nuova sessione parlamentare.
Questo voto contrario in un momento cruciale dell’attività amministrativa per la Regione Sicilia non deve mutare l’attività di Governo che nelle prossime settimane dovrà essere intensa e cruciale per quanto riguarda la programmazione dei fondi strutturali che dovranno buttare le basi per le nuove infrastrutture e per il sostegno a famiglie e imprese, una su tutte la crisi agricola che in questi giorni si sta evidenziando in modo eclatante”.

Di parere diverso, naturalmente, le opposizioni, i cui commenti hanno anche procurato qualche strascico polemico, dei quali ci occupiamo in altra parte del giornale.

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