Paolo Monaca abbraccia la causa degli alloggi popolari di Pozzallo da sgombrare

Al netto della passerella elettorale, il coordinatore provinciale di Sud chiama Nord, Palo Monaca, abbraccia, in maniera encomiabile, la problematica delle famiglie costrette, nel mal gestito comune di Pozzallo, a lasciare gli appartamenti dell’istituto autonomi case popolari perché a rischio crollo.

Di passerelle di onorevoli, specie in campagna elettorale, con telefonino per stare in presa diretta con Palermo e con il Presidente della Regione, ne abbiamo la testa piena.
Nel caso di Sud chiama Nord c’è l’incentivo del video, dell’ex attore delle Iene, e la simpatica presenza, per esempio, dei ‘deluchiani’ di Ragusa che farebbero bene a pensare di più alle emergenze della loro città, molte delle quali afferenti proprio alle deleghe detenute.

Una vicenda scandalosa, surreale, quella di Pozzallo, con un sindaco che si limita ad una ordinanza di sgombro senza cercare immediata sistemazione per le famiglie che non possono abitare le case a rischio, se è vero che sono a rischio.
Forse, ci sarebbero ben altre premure se l’emergenza fosse di immigrati sbarcati o da sbarcare.
Il parlamentare regionale, candidato alle europee, ha fatto il suo lavoro, pec al Presidente della Regione per chiedere un incontro, ha predisposto una interrogazione urgente per illustrare la gravità della situazione, appello ai colleghi regionali per sollecitare un governo irresponsabile.
Ma non riesce ad arrivare ai metodi di De Luca: dalla documentazione in possesso di Monaca, a cui, appresso, accenneremo, ci sarebbe solo da denunciare i responsabili, siano essi del Comune o dello IACP, e chiedere, intanto la loro rimozione perché è solamente surreale che chi ha provocato questa situazione scandalosa, resti sulla poltrona cercando soluzioni che ha omesso per anni.

C’ da vergognarsi solo a leggere la cronistoria di come si è arrivati a questa situazione:

Tutto parte da un incendio in un alloggio del settembre del 2007 da cui scaturiscono una serie di sondaggi eseguiti da un laboratorio specializzato con gli esiti delle prove di compressione dei campioni di calcestruzzo molto scadenti.
Lo IACP risolve la cosa affidandosi ad una serie di comunicazioni con i competenti uffici dell’assessorato regionale, ma nessuno si sogna di denunciare i ritardi palermitani per non disturbare chi li ha messi sulla poltrona.
Da successivi accertamenti del 2009, si evince che il 40% circa dei pilastri perimetrali, con riferimento ai primi tre piani, risultano con una resistenza di capacità inferiore alla corrispondente domanda. Insomma, si parla per la prima volta, della presenza di calcestruzzo depotenziato.
Nel 2011, sempre con molta calma, il Comune di Pozzallo rilascia una concessione edilizia per l’esecuzione di un progetto di consolidamento e miglioramento degli edifici.
Sud chiama Nord si profonde in particolari, ma di chi era il sindaco dell’epoca e quali i vertici dello IACP, nemmeno si sogna di parlare.
Con calma, evidentemente senza dare seguito alla concessione edilizia, nel 2013 Iacp e Comune sottoscrivono un protocollo d’intesa in cui l’istituto chiede all’ente locale se ci sono delle aree disponibili per potere costruire ex novo i 48 alloggi.
È ridicolo leggere che ci vuole un protocollo di intesa per avere la risposta che non c’è disponibilità perché il territorio è piccolo.

Nel 2014, sempre con molta calma, si riparla di messa in sicurezza e, dopo, ancora della possibilità di demolire e ricostruire per intero le palazzine.
Si arriva al 2017, sempre senza dire chi è il sindaco e chi comanda allo IACP, si parla di “situazioni di rischio elevato per l’incolumità delle persone dovute al fatto che gli alloggi continuano ad essere abitati pur in presenza di provvedimenti di sgombero in atto o emanandi”.
Nella commedia interviene la Regione che chiede di valutare se sia possibile e conveniente l’adeguamento sismico oppure se si possa risolvere l’emergenza valutando la possibilità di intervenire facendo riferimento ad alloggi sostitutivi immediatamente abitabili.
Allucinante: se il cemento è depotenziato, c’è poco da fare con l’adeguamento sismico. Ma vengono fuori tre possibili soluzioni: la prima demolizione e ricostruzione degli alloggi sul sito o in aree assegnate dal Comune di Pozzallo; la seconda un intervento di consolidamento strutturale di cui al progetto approvato in precedenza da un tecnico incaricato; oppure, terza opzione, l’acquisto di alloggi da privati per cui si stima la possibilità di erogare 5 milioni di euro.
Siamo nel 2018 e questa ultima ipotesi sembra decollare. Ma non decolla
Ad oggi nessun intervento volto al consolidamento strutturale è stato effettuato. Nel 2017, un documento aveva sottolineato che “quanto esposto riveste un carattere di assoluta urgenza per un potenziale rischio crollo con possibili conseguenze sulla pubblica e privata incolumità”.
Un altro documento del 24 maggio dell’anno scorso in cui l’attuale governance dell’Iacp informa la Regione che nessun provvedimento è stato attuato e che la situazione è sempre di costante pericolo.

Dice paolo Monaca: “Sono passati 17 anni dal 2007, sono cambiati i governi regionali, si sono alternati i commissari dell’istituto, si sono succedute amministrazioni comunali, ma le carte certificano che gli unici risultati prodotti sono quelli di comunicazioni, manifestazioni di belle intenzioni, enunciazioni varie senza che nessuno abbia attuato un solo provvedimento concreto.
L’urgenza è legata al fatto che si predispongano interventi immediati. Cosa che in tutti questi anni non c’è mai stata.
Chi ha gestito e chi ancora gestisce tutta la politica di manutenzione abitativa e poi l’edilizia popolare convenzionata si è posto il problema che all’interno c’erano delle persone?
Altra vicenda surreale è il comportamento dello Iacp se fosse vera la notizia della vendita di alcuni di questi alloggi. Ma come si fa a vendere degli appartamenti che insistono in una palazzina che si sapeva essere alle prese con seri problemi strutturali del genere e a rischio crollo?
Anche in questa occasione stiamo a ribadire la necessità che i nostri territori debbano essere amministrati da uomini e donne che abbiano più caratteristiche di amministratori e risultino essere meno politicanti”.

Da rilevare, come hanno fatto da Sud chiama Nord, per onestà intellettuale, che l’attuale sindaco avrebbe dichiarato di vivere questa situazione come “un fulmine a ciel sereno”, ma si hanno in mano documenti, che circolano in rete, che attestano come la stessa amministrazione, in un proprio comunicato del gennaio 2022, avvisava di avere incontrato l’allora commissario dell’Iacp ponendogli sempre la questione della sicurezza delle palazzine. Quindi, secondo Sud chiama Nord, un problema ben conosciuto sin da allora.

Ma tutti restano al loro posto!

Ultimi Articoli