Capricci del vulcano e utilizzo dell’aeroporto di Comiso

Il Comitato di Difesa e Sviluppo dell’Aeroporto degli Iblei mette in risalto l’inadeguatezza del settore aeroportuale siciliano, di fronte all’emergenza Etna.
In effetti, le improvvise eruzioni del vulcano non dovrebbero costituire u a emergenza se non per l’attivazione di un piano alternativo di arrivi e di partenze che, logica vorrebbe, dovrebbero avvenire nell’aeroporto più vicino.
Ale netto delle lamentele dei passeggeri per i disservizi, che non ci sono solo in questo caso, ci si pone la domanda del perché l’aeroporto di Comiso non viene adeguatamente sfruttato in queste occasione.
Come più volte avvenuto, i voli sono dirottati su Palermo, creando ulteriori disagi ai passeggeri.
Al netto delle scontate considerazioni sulle criticità del sistema aeroportuale, la questione centrale è una sola: chi decide dove dirottare un aereo che non può atterrare a Catania? E, conseguentemente, chi decide da dove far partire un volo che doveva decollare da Catania?
Pensiamo sia questo il problema centrale da capire, prima di produrre comunicati e parole.
Decide la compagnia aerea? Decide il pilota? Decide la SAC di Catania? E con quali criteri?
Quando sapremo perché si preferisce far atterrare un aereo a Palermo piuttosto che a Comiso, potremo avere ulteriori elementi per capire cosa si vuole fare dello scalo ibleo.

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