Per ogni ricerca che abbiamo fatto per riordinare informazioni sulla questione del conferimento dei rifiuti in discarica, ci siamo imbattuti sempre nel nome di Giovanni iacono.
Del luglio 2015 questa nota diffusa dall’ufficio stampa del Comune, nella quale l’allora Presidente del Consiglio interviene con un appello per l’emergenza rifiuti che minacciava la regione.
L’emergenza rifiuti è, in assoluto, la colpa più grave di Crocetta. I Sindaci, e spero che l’Anci sia in testa, devono avere il coraggio di agire autonomamente e mandare al diavolo tutte le società create dalla Regione per accumulare debiti, mantenere discariche e clientele di ogni tipo e non avere ricchezza dai rifiuti.
Si aggrava a limiti insostenibili l’emergenza rifiuti in Sicilia; l’ordinanza n. 18/rif del 30/6/2015 del Presidente della Regione Siciliana di proroga al 14/7/2015 della gestione commissariale degli ATO rifiuti è la reiterazione di proroghe che, dal 2013, continuano a derogare alla liquidazione di società d’ambito regionali che tanto danno hanno prodotto ai siciliani.
La riforma dei rifiuti è arenata come tutte le altre riforme, a partire dai liberi consorzi.
Le SRR, che dovevano sostituire gli ATO dal 2010, di fatto non sono operative. Le discariche, tolte quelle chiuse e sequestrate, sono rimaste 9 in tutta la Sicilia.
La situazione delle discariche è al collasso e, pur disponendo di soluzioni alternative come la riduzione del conferimento e la lavorazione e trasformazione dei rifiuti, non è possibile attivare nulla.
Siamo in un corto circuito, una sorta di sillogismo aristotelico.
Le competenze sul ciclo dei rifiuti sono della Regione. La Regione crea carrozzoni e blocca tutto. Sulla gestione del ciclo dei rifiuti siamo arenati e giunti alla catastrofe. Ma i cittadini non possono attendere oltre!
Per Cava dei Modicani, dopo tante promesse, comprese quelle assunte con i sindaci nell’ultimo incontro con Crocetta, si attende ancora la proroga per il conferimento e l’autorizzazione per l’innalzamento.
Mi associo all’appello del presidente della SRR Ato 7 di Ragusa, il sindaco di Chiaramonte Gulfi, che, molto opportunamente, ha scritto il 1° luglio scorso al Prefetto di Ragusa invitandolo a promuovere un incontro urgente con i soggetti interessati, atto a risolvere le gravi problematiche, ma ritengo che la situazione complessiva dei rifiuti in Sicilia sia tale da indurre ad adottare misure e comportamenti straordinari ed extraistituzionali.
I Sindaci della Sicilia, e spero che l’ANCI si faccia promotrice, dicano BASTA, mandino al diavolo i carrozzoni regionali, e, riappropriandosi dei loro poteri sul territorio di competenza, assumano in proprio le scelte sulla gestione del ciclo dei rifiuti”.
Appare evidente che, da allora, è cambiato poco, stesse inefficienze, stessa incapacità con il risultato che, come nel caso di Ragusa, l’emergenza è dietro l’angolo.
Non arriva la proroga per Cava dei Modicani, i compattatori sono pieni e non possono scaricare, i rifiuti si accumulano in città per la felicità becera degli ultimi oppositori del sindaco uscente che gongolano per la situazione creatasi a pochi giorni dalle elezioni.
Giovanni Iacono aveva capito la situazione nel 2015, nessuno lo ha ascoltato, nessuno ha cercato di fare qualcosa, anche lui, con le mani legate, non ha gridato spesso per una problematica per la quale, in fondo, poco possono fare le periferie.
I contatti con Presidente della Regione e assessori servono solo per vantaggi personali dei candidati, delle cose importanti non si parla, se non per un selfie da propinare alla gente.
Ci sarà Musumeci in zona per la campagna elettorale, ma nessuno dei politici locali si farà trovare con il fischietto all’arrivo del corteo presidenziale per esprimere la forte protesta di una collettività.
Colpisce la lucida competenza di Iacono sulla materia, ha sempre sostenuto, ieri, oggi e domani, che i rifiuti devono essere una risorsa e che non bisogna puntare sulle discariche ma alla differenziazione, al riciclo e alla lavorazione del rifiuto per ricavarne risorse. Il tutto argomentato con dati analiticamente esposti. L’eliminazione della quarta vasca dal piano triennale è assolutamente coerente e lineare con quanto sostenuto, ieri, oggi e domani da Iacono.
L’emergenza rifiuti, a Cava dei Modicani, non dipende dalla eliminazione della quarta vasca dal piano triennale, per la quarta vasca non vi era alcun progetto esecutivo, occorrevano tra i 5 e i 6,5 milioni di euro e non si sa nemmeno chi doveva darli (si parlava di privati), per una capacità di abbancamento di 290.000 mc e 455 giorni di realizzazione.
Quindi, prima, bisognava fare il progetto esecutivo, farsi approvare il progetto, trovare i fondi, fare gli appalti e poi realizzare la quarta vasca in 455 gg. minimo e, se consideriamo che le autorizzazioni per la realizzazione della terza vasca sono pervenute dalla regione a circa un anno dalla richiesta, alla data del luglio 2015, considerato che dal piano triennale è stata eliminata nel luglio 2014, la quarta vasca sarebbe stata solo scritta nel piano triennale.
Il problema è che si è fatto poco o nulla per la raccolta differenziata, nessuna informazione, nessuna formazione, nessuna educazione alla differenziata, c’è un impianto di compostaggio partito dopo anni dall’inaugurazione, ci sono stati tentativi di incentivare le buone pratiche con agevolazioni sulla tariffa TARI e la distribuzione di compostiere, dopo cinque anni di lunghissimo iter è partito il nuovo appalto di raccolta dei rifiuti. Ma nessuno ha ascoltato Giovanni Iacono per una strategia tendente a fare del rifiuto una risorsa.
Ci troviamo di fronte alla tipica situazione all’italiana, paradossale, da commedia napoletana, per la quale giudichiamo inadatto l’approccio signorile di Iacono alla questione: nell’agosto del 2014, la capacità residua di Cava dei Modicani era di sole 33.000 tonnellate di rifiuti, c’erano 280 giorni di margine che ponevano gennaio 2015 come data di saturazione, siamo arrivati a giugno 2018 e aspettiamo l’ennesima proroga, mentre, a poca distanza di tempo dalla chiusura definitiva, non si hanno notizie, né nessuno si interessa, della indispensabile bonifica del sito.
Tutti hanno sempre convenuto sulla inderogabile necessità di differenziare per limitare il conferimento la discarica, ma restano solo parole.
Studi attenti sulla questione e anche sopralluoghi all’estero, hanno fatto di Iacono un competente specialista sulla materia, già 4 anni fa rivolgeva la sua attenzione ai processi di riduzione molecolare che permettono la riduzione dei rifiuti al 90%, con produzione di biogas, il ‘singas’.
Procedimenti all’avanguardia, che utilizzano al minimo l’ossigeno, con notevoli effetti benefici sull’ambiente, con temperature non superiori ai 400° che permettono la mancata fusione di plastiche, metalli e vetro.
Un processo chimico di riduzione molecolare, con produzione di energia termica o elettrica e produzione remunerativa di biogas, in quantità notevoli per la nostra economia.
Una procedura di tipo industriale che, fra l’altro esula dalle normative attinenti gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, dal costo accessibile per il pubblico, dai 5 ai 10 milioni, con previsione di ricavi per 6 milioni.
Impianti di questo tipo permettono, altresì, di ottenere il 30% di idrocarburi sintetici e il 25 % di acqua che può essere utilizzata per usi irrigui.
Una idea che fu lanciata da Iacono per il futuro della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella nostra città, un impianto moderno che potrebbe servire anche per bonificare la prima e la seconda vasca di Cava dei Modicani, dove ci sono anche carcasse animali che costituiscono un potenziale pericolo per le falde acquifere: fu allora l’esponente di Partecipiamo, Salvatore Martorana, poi diventato assessore della giunta grillina e oggi passato ai 5 Stelle, in predicato di tornare come assessore di una eventuale giunta pentastellata, a sollecitare scelte precise da parte dell’amministrazione che avrebbe dovuto sgombrare il campo da indifferenze e buona dose di sufficienza, perché è arrivato il momento di cambiare, anche alla luce delle possibilità economiche del Comune che può impegnare in questi progetti con sufficiente tranquillità.
Una scelta intelligente quella avanzata, già dal 2014, da Partecipiamo, politica, ragionata, nell’interesse generale, per affermare il principio che non c’è bisogno delle discariche: una scelta che avrebbe potuto condurre, già da tempo, condurre anche alla bonifica del sito di Cava dei Modicani, dove, addirittura c’è del percolato non trattato che causa non pochi danni di natura ambientale.
Un auspicio, quello di Iacono e del suo gruppo, oggi comune anche al candidato Sindaco Peppe Cassì, di riportare il sito alle origini, per farlo anche rientrare nei limiti del Parco degli Iblei.