Fermata per un controllo sulla Modica-Ragusa, mentre ritornava, velocemente, da dove era partita
Dove si mette di mezzo la politica c’è teatro. Siamo convinti che la vicenda che riguarda il tentato trasferimento del reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Ragusa verso quello di Modica non è ancora finita.
In un sistema dove si nomina un illustre clinico, con le competenze forse ideali per dirigere un’azienda sanitaria, è poi la politica a occuparsi di tirare giacche, a Ragusa e a Palermo per soddisfare esigenze di bacini elettorale.
La politica condiziona anche la comunicazione, perché, né dai vertici dell’azienda, né dal principale protagonista della storia ci sono dichiarazioni ufficiali sulla sostanza del provvedimento.
Perché si vuole trasferire il reparto? È normale che nel nuovo ospedale non ci siano un reparto di otorinolaringoiatria? L’ospedale di Modica è in grado di supportare adeguatamente la specializzazione operatoria del reparto?
Sono questi gli interrogativi che aspettano risposta, servono a poco i comunicati di propaganda dei vari parlamentari che si appellano a ministri e assessori più per questioni politiche che veramente attinenti alla sanità.
Chi scrive preferirebbe essere paziente di un primario che opera nel suo ambiente ideale, piuttosto che esercitare la professione da pendolare sul tragitto Ragusa-Modica e ritorno, anche perché sembra che con Modica si stia esagerando.
Non c’è stato lo stesso casino per il trasferimento della neurologia a Vittoria, forse si è innescata la mina del campanilismo, alla quale hanno dato forza le ultime decisioni sulla rete ospedaliera che avrebbero definitivamente marginalizzato Modica, non solo come città ma come riferimento di una vasta porzione di territorio.
In ogni caso resta una sentenza del CGA che pone un punto fermo sulla questione, ma sono tante le disposizioni di legge e le normative che, da tempo, avrebbero imposto scelte non suscettibili di discussioni, ancorché imposte dai vertici dell’assessorato che, come del resto tutto il governo regionale, appare inadeguato a gestire la sanità siciliana.
Intanto è rientrata la decisione di trasferire il reparto: alcune dotazioni della sala operatoria di Ragusa erano già arrivate a Modica, in ospedale, ma sono state di nuovo ‘imballate’ per un viaggio di ritorno apparso repentino.
Pare che il Direttore Generale abbia scelto la strada della riflessione, dopo una scontata consultazione con i vertici palermitani che, secondo le voci circolanti, erano i veri ispiratori della decisione, naturalmente sulle spinte di qualcuno, perché sembra chiaro che a Palermo non interessi un fico secco se l’otorino operi a Ragusa o a Modica.
Il Sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, è intervenuto in merito alla notizia del “blocco” del trasferimento del reparto di Otorinolaringoiatria dall’Ospedale di Ragusa a quello di Modica.
“Tralascio ogni considerazione ulteriore – dichiara il primo cittadino – compresa quella relativa alla risposta ufficiale, che ancora attendiamo da parte Direzione Generale dell’Asp 7, alla doppia diffida che il Comune di Ragusa, non certo il sottoscritto, ha inviato.
Apprendiamo, con soddisfazione, il ritorno alla situazione iniziale, senza trasferimenti estemporanei, così come avevamo chiesto, notizia che rappresenta, semplicemente, il ripristino della normalità, sulla base della specifica sentenza del Cga in proposito.
Ogni altro commento appare superfluo; questa vicenda dimostra quanto abbiamo detto, più volte, è necessario attenersi ai fatti, non certo ai desiderati.
La salute dei cittadini e di riflesso, le esigenze della nostra città, non possono essere solo belle frasi, ma vanno accompagnate da azioni concrete.
L’auspicio è che, in futuro, non si prosegua lungo questa pericolosissima linea, peraltro incomprensibile.
Noi, comunque, manterremo sempre la massima attenzione”.