Abbiamo letto su facebook la lettera inviata, dal tesoriere del II Circolo PD di Ragusa, il prof. Dario Prestana, al Segretario dello stesso Circolo, l’avv. Mimmo Barone.
Non abbiamo perso tempo a chiedere l’autorizzazione per poter pubblicare la stessa, ritenendola il mezzo più efficace per poter rappresentare il malessere di quanti, militanti del Partito Democratico, non si ritrovano più a contatto con i valori e i principi fondanti del partito.
Questo il testo integrale della lettera del prof. Prestana che ringraziamo per la disponibilità mostrata nei confronti di ragusalibera.it:
Ragusa, 12 marzo 2017
Carissimo Segretario Mimmo Barone,
per la nostra reciproca stima ed amicizia, sento il bisogno di comunicarTi il mio pensiero sulle attuali vicende politiche interne, sia per la sfera nazionale che per quella locale.
Non condivido che si sia voluto spingere un intero Partito a contare il consenso al suo interno sulla figura dell’ex segretario nazionale, come in un qualsiasi consiglio di amministrazione di una s.p.a., anziché aprire in modo chiaro e condiviso un dibattito ed una discussione, anche locale, sull’identità, sulla visione e sulle strategie politiche del Partito.
Viviamo un contesto generale tumultuoso, persistendo una grave crisi storica, sia economica che sociale, e sempre più instabile, dopo l’esito del referendum costituzionale in Italia, e le crescenti forme di diffuso populismo, sia in Italia che all’estero, come dimostrato dalla vicenda della nota Brexit e dalla elezione del neo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Questa accelerazione congressuale e la trasformazione del sedicente dibattito democratico in una passerella sul pulpito di personaggi coordinati e concordi per stile e contenuti, come abbiamo assistito in queste giornate al Lingotto di Torino, luogo certamente non opportuno dal punto di vista simbolico, mi fa ritenere che il PD, da Roma a scendere, abbia definitivamente completato la sua mutazione genetica, rispetto alla sua originaria vocazione e a dispetto del pensiero di molti fondatori, iscritti e di regole e principi statutari, oltreché dei valori contenuti nel suo manifesto approvato il 16 febbraio del 2008.
Proprio per non rinnegare questi valori fondanti, che mi appartengono, e per continuare a difenderli, non posso accettare che il PD diventi un partito centrista, se non quando di destra, nel quale un ristretto cerchio magico possa con un leader divisivo ed autoritario imporre scelte, parole e rappresentazioni, talvolta contraddittorie tra loro oltreché con i bisogni dei più deboli, violentando collegialità democratica e legittimo diritto delle minoranze nell’esprimere il proprio dissenso.
Questo partito non è più quello che voleva diventare quando fu fondato, non è più accogliente per la mia storia politica e culturale, non è più la mia casa.
Questa mia triste considerazione ha trovato definitivo riscontro quando, pur essendo un dirigente di circolo, ho scoperto solo sulla stampa pochi giorni prima, assieme ad altri stupefatti compagni ed amici, che il tesseramento per l’anno 2016 chiudeva il 28 febbraio 2017, senza avere mai ricevuto istruzioni dai livelli organizzativi competenti, e senza che Tu abbia mai avuto in consegna dagli stessi la documentazione necessaria per il tesseramento di nuovi iscritti.
Nella nostra città è noto a tutti, infatti, che il nostro Circolo, da Te diretto, non è mai stato vicino alla maggioranza assembleare del Partito e, in questo modo, risulta di fatto escluso e privato del democratico diritto di partecipare alle fasi congressuali delle Primarie, in modo da concorrere all’elezione del nostro prossimo segretario nazionale, anche esprimendo una votazione complessivamente favorevole ad un candidato diverso da quello oggi dimissionario.
Queste sono solo alcune delle ragioni, tra le altre, che mi vedono costretto a rassegnare con effetto immediato le mie irrevocabili dimissioni da Tesoriere del Secondo Circolo del PD della Città di Ragusa, nonché da tutte le altre cariche comunque ricoperte nel Partito, non intendendo partecipare e condividere ruoli dirigenziali in un Partito ed in un Congresso, in cui non si discuta di temi politici, ma solo di persone senza garanzie di democraticità.
Un caro saluto.
Dario Prestana