Importante convegno scientifico, sabato 22 marzo, a Ragusa, organizzato dal dr. Raffaele Schembari, Direttore dell’U.O.C. di Medicina e Diabetologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II”.
All’Antico Convento dei Cappuccini di Ragusa Ibla, si discuterà di obesità e del necessario costante dialogo fra Specialista e Medico di Medicina Generale per vincere l’Adisopatia.
L’obiettivo formativo sarà quello di fornire documentazione clinica, Percorsi clinico-assistenziali, diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza e di cura.
Rivolto alle categorie professionali di Medici Chirurghi, Biologi, Farmacisti e Dietisti, si rivolge alle aree specifiche di riferimento di Endocrinologia, Chirurgia Generale, Medicina Generale, Gastroenterologia, Medicina Interna, Psichiatria, Malattie metaboliche e diabetologia, Cardiologia, Medicina Fisica e Riabilitazione, Scienza dell’Alimentazione e dietetica, malattie dell’Apparato Respiratorio.
Il programma scientifico prevede, dopo la registrazione dei partecipanti, i saluti delle autorità e l’introduzione al corso da parte del dr. Raffaele Schembari, coordinatore assieme ai dr. prof. Aldo calogero e Francesco Frasca, i seguenti interventi:
Adiposopatia: le malattie dell’organo adiposo viscerale e le correlazioni cardiovascolari, a cura del prof. Sandro La Vignera
Le terapie attuali del sovrappeso-obesità: evidenze cliniche e appropriatezza prescrittiva, a cura del prof. Roberto Baratta
Emersione del paziente obeso con BPCO: diagnosi e terapia, a cura del dr. Diego Dimartino
Seguirà uno show cooking, protagonisti i partecipanti, improntato ai principi di sana alimentazione oggetto degli interventi
Abbattiamo lo stigma obesità riconoscendo l’adiposopatia, a cura della dr.ssa Stefania Floridia
Sovrappeso e sindrome metabolica: risvolti clinici dell’approccio precoce, a cura della dr.ssa Stefania Floridia
Discussione sui temi trattati.
L’obesità è inclusa tra i 10 principali fattori di rischio per la salute: secondo l’International Obesity Task Force Organization of Economic and Cultural Developpement, le persone con obesità severa (BMI >40 KG/m2 sperimentano una riduzione dell’aspettativa di vita di 10-15 anni e una riduzione del 4%del DALYs (Disabuility-adjusted life years).
I dati relativi alla diffusione della patologia in Italia confermano l’andamento a livello mondiale con circa 7 milioni di obesi e 16,5 milioni di individui sovrappeso.
L’indagine PASSI (Progressi delle aziende Sanitarie per la Salute in Italia) del 2019, conferma che la Sicilia è una delle regioni più a rischio, con 800.000 obesi e 2,3 milioni di casi in sovrappeso, complessivamente il 47% della popolazione residente, ovvero un siciliano su due.
Data la complessa eziopatogenesi che coinvolge elementi genetici, endocrino-metabolici, socio economici e culturali, non esiste, attualmente, un’unica strategia terapeutica efficace.
Il trattamento “ideale” dell’obesità dovrebbe mirare ad una riduzione del peso, al mantenimento a lungo termine del calo ottenuto e alla prevenzione della recidiva, includendo una significativa riduzione delle complicanze correlate all’obesità, quali diabete e ipertensione.
Diete ipocaloriche, bilanciate, modifiche dello stile di vita, aumento dell’esercizio fisico, supporto cognitivo comportamentale, farmacoterapia e e chirurgia bariatrica sono tutti strumenti a disposizione per il trattamento dell’eccesso ponderale.
I dati della letteratura scientifica confermano che la “malattia obesità” è efficacemente fronteggiabile con misure migliorative dell’ambiente e con il trattamento medico-nutrizionale, farmacologico e chirurgico bariatrico.
È, pertanto, evidente come non può che essere multidisciplinare e come debba avvalersi di tutte le risorse disponibili: dietetica, farmacologica, chirurgica bariatrica ed estetica, riabilitativa fisica e psichica.
Il modello multidisciplinare deve prevedere una rete in cui i medici di medicina generale e specialisti di riferimento, dietisti e altri professionisti, ciascuno per le rispettive competenze e il proprio ruolo, siano in grado di prendere in cura il paziente e gestirne il processo di cura, coerentemente con percorsi assistenziali personalizzati, integrati e condivisi, monitorando gli indicatori di processo e d esito intermedio.
Questa visione di gestione integrata multicentrica riconosce il valore di ogni professionista, dà centralità ai bisogni del paziente permettendo un approccio personalizzato al suo bisogno di cura e delinea il ruolo di goni attore evitando sovrapposizioni di interventi.