A Modica l’argomento del giorno è il dissesto dichiarato al Comune, si affastellano commenti e proposte di candidature per concorrere al dopo dissesto, nessuno è entrato, durante il dibattito consiliare, con le dovute competenze e con la conoscenza degli ultimi strumenti finanziari, nel merito di bilanci fino a poco tempo prima approvati da politici, dirigenti, revisori dei conti e amministratori.
Al di là delle responsabilità politiche, aleggia la grande evasione tributaria ma nessuno ne parla né propone azioni per il recupero.
In un ordine normale delle cose, il dopo dissesto dovrebbe essere gestito da un Commissario regionale che potrebbe, nel contempo, identificare eventuali irregolarità.
Sono a rischio i pagamenti per gli ingenti debiti, dovrebbero e saranno comunque tutelati gli stipendi di dipendenti dell’ente e delle partecipate, ma anche di questo nessuno parla.
Piuttosto, si ha la sensazione che la sindaca sia trasformata in una star, ha voluto la dichiarazione di dissesto, l’ha portata in Consiglio, ne ha ottenuto l’approvazione, non contenta ha attaccato in maniera scomposta i componenti della sua stessa maggioranza che hanno abbandonato l’aula o si sono astenuti,
Come se non fossero stati i compagni nell’ultimo cammino alla guida del Comune, durante il quale si sarebbe resa conto della reale situazione economica, come se nei precedenti 5 anni di assessore si fosse occupata di questioni naturalistiche.
Sempre senza entrare nelle pieghe del dissesto, e meno che mai indicare eventuali responsabilità, la sindaca sembra di vivere nel paese delle meraviglie.
Dalle prime dichiarazioni, sembra che poco sia destinato a cambiare: i servizi finora erogati saranno garantiti, sarà eliminato il superfluo, che quindi c’era, come ci saranno controlli sull’amministrazione che, evidentemente, prima non c’erano.
Le aliquote dei tributi sono già al massimo da anni, non c’è personale in esubero, la sindaca afferma che si darà spazio alla meritocrazia, come forse, evidentemente non si è fatto in passato, la sindaca vede una città più bella, senza orpelli, vede una nuova primavera, all’insegna di giustizia e lealtà, evidentemente, fino ad ora poco praticate.
Quasi viene voglia di vivere in un Comune in dissesto.
Ora si apre il capitolo pi+ strano: tutte le forze politiche intervengono nel dibattito, in un ordine normale delle cose o tutti vanno a casa e si torna a votare, oppure legittimati a parlare sono solo quelli che hanno avuto mandato di rappresentanza, in Consiglio comunale, dagli elettori.
Non è possibile che chi non si è presentato alle elezioni comunali o non ha conquistato un seggio, debba avere voce in capitolo.