Aeroporto di Comiso, nessuno sa cosa fare, in Consiglio comunale a Ragusa si tenta di trascinare il sindaco Cassì nelle sabbie mobili

Per dare una idea plastica della fondamentale inutilità dei consigli comunali, e delle sedute ispettive in particolare, stante la totale mancanza di adeguata opposizione, salvo casi eccezionali, finora, basta soffermarsi sui tentativi di coinvolgere il sindaco in una azione per tentare di dare un rilancio all’aeroporto di Comiso, prendendo spunto dall’ultima manifestazione dell’ultimo comitato costituito per realizzare il sogno di un aeroporto funzionale per il territorio.
Le solite inutili discussioni, come avviene da un anno. Si versano parole, senza voler fissare i presupposti minimi per affrontare l’argomento.
Non ci si vuole inchinare ad ammettere che il Comune di Comiso, illuso di poter gestire il giocattolo e ricavarne utili di tutti i tipi, di immagine, di occupazione, di sviluppo economico e quant’altro, ha svenduto la struttura ai catanesi della SAC, società controllata dalla Camera di Commercio del Sud Est. Se la parola svenduta può sembrare offensiva per gli amministratori protagonisti, nel tempo, di questo scempio amministrativo, di certo possiamo dire che si sono fatti sfuggire l’aeroporto non avendo soldi a sufficienza per detenerne quote determinanti, cosa che i catanesi sapevano da sempre, attendendo solo il momento per dare la zampata finale.
Di tutta evidenza che l’aeroporto di Comiso è stato fagocitato dalla SAC per non avere uno scomodo concorrente di Fontanarossa, non si vuole concedere nulla a Comiso, nemmeno come parcheggio per gli aeromobili, non dirottare su Comiso almeno due o tre voli è la cartina al tornasole delle intenzioni e delle strategie della SAC.
Fino a quando la SAC è padrona può fare questo e altro, c’è solo da sperare che, nel contesto della privatizzazione dello scalo di Fontanarossa, la dependance di Comiso possa trovare nuovi gestori che possano avere qualche idea migliore per lo scalo e, di conseguenza, per il territorio..
Che il futuro di Comiso sia quanto mai oscuro, non solo nebuloso, è dato dal fatto che non si può nemmeno sapere se la gestione, la proprietà della Sac, è definitiva o ha una scadenza.
Se l’aeroporto non potrà mai tornare nella disponibilità del suo proprietario originario, il Comune di Comiso, ogni discussione è inutile.
Parlare di nuove rotte presuppone che, anche mettendoci i soldi, senza limite, sarebbe possibile farsi autorizzare dalla SAC le rotte desiderate, senza interferenze di Catania, senza condizionamenti e, soprattutto a condizioni normali, oneste.
Se si deve passare dalla SAC anche per andare in bagno, tutto è perduto.
Si parla spesso di intervento della politica, ma occorre verificare fino a dove la politica può interferire nei disegni della SAC, soprattutto, se lo vuole.
In questo scenario, creare comitati, organizzare sit in, minacciare azioni di protesta è solo tempo perso.
Anche il coinvolgimento di sindaci del territorio, ove portasse vantaggi economici, deve sempre passare sotto l’approvazione di SAC.
Per inciso, è ampiamente dimostrato che il sindaco di Comiso, “proprietario” dello scalo ha mostrato, in più occasione di non voler rompere con SAC, non si sa se non potendolo fare o non volendolo fare.
In questo scenario, il sindaco di Ragusa, per limitarci al nostro, per natura incline alla massima moderazione, impensabile pensarlo come un Masaniello, sembra dalla parte del sindaco di Comiso, forse auspici i rapporti con l’on.le Assenza.
Ecco, allora, i tentativi dei consiglieri comunali di Ragusa di strumentalizzare la questione aeroporto e coinvolgere il sindaco ben sapendo che è l’ultima persona che potrebbe incidere sui destini dello scalo.
Sergio firrincieli ha sottolineato la presenza all’ultimo sit in, dagli esiti nulli, dei sindaci del calatino, di Chiaramonte Gulfi, di Acate, di Vittoria, di Gela e di Niscemi, chiedendo a Cassì quale sarà il suo atteggiamento nei confronti della SAC, nel prossimo incontro fra la società e i sindaci del territorio.
Gaetano Mauro ha voluto evidenziare come il disinteresse di Cassì per l’aeroporto nasca dalla sua profonda incompetenza e inadeguatezza per questioni come il porto turistico, il turismo della città, la mancanza di idee strategiche per un aeroporto fondamentale per il territorio, non solo in termini turistici.
Ma se si giudica in questa maniera il primo cittadino ci si deve augurare che di aeroporto non si interessi, che non metta naso nelle difficili condizioni per le quali, peraltro, non si vedono sbocchi.
Ci si appella alla politica ma, forse, i politici sono i primi a comprendere che gli spazi di manovra sono limitatissimi, non consentono spazi di autonomia per i comuni, in ogni caso consapevoli che le somme occorrenti per fare decollare l’aeroporto, ove fosse nella disponibilità dei Comuni, non sono alla portata delle realtà locali che, peraltro, non possono impegnarsi tutti alla stessa maniera.
Ma in Consiglio comunale si perde tempo e si parla di aeroporto come fosse la gestione del campo di calcio del paese.

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