La ‘pericolosità’, avvertita forse in maniera esagerata e incontrollata dei consiglieri comunali Federico Bennardo e Rossana Caruso, e in parte anche quella del consigliere Zagami, per la sua appartenenza politica, tengono banco, per ora, assieme alla questione Buscemi, sullo scenario della maggioranza di Palazzo dell’Aquila
Non ci dovrebbero essere problemi per l’approvazione delle prossime importanti scadenze, bilancio e piano regolatore, ma emerge un certo nervosismo anche da parte del sindaco che, senza mezzi termini, considera importantissime, queste due scadenze.
Non a caso, il cerchio magico evita polemiche con Zagami, tiene in caldo il consigliere Buscemi, per paura di sue decisioni irreparabili, ancorché, sbagliando di grosso, il sindaco afferma che l’accordo politico fosse con il partito Sud chiama Nord.
È così solo formalmente, lo sanno tutti, e Cassì, colpevole la comunicazione, non può affermare di aver stretto accordi con un partito, ancor meno di rinnovarli ora.
Il problema non è stretto di numeri, anche con l’uscita di Buscemi dalla maggioranza ci sarebbe un margine di 13 consiglieri, ma qualche fibrillante potrebbe rendersi conto che una sua defezione sarebbe determinante e lo renderebbe protagonista della scena.
In questo scenario di equilibri delicati, abbiamo già parlato della scomposta reazione del capogruppo Antoci alla provocazione del consigliere Bennardo sui livelli di attività della maggioranza. Antoci è sceso a fare le pulci a Bennardo sulle sue presenze in aula e sugli atti che hanno visto sue votazioni.
Di certo, ancorché pompata dalla stessa maggioranza che, naturalmente, per il suo livello, non vede di buon occhio ragazzi prodigio o primi della classe, la scelta di emarginare elementi come Bennardo o la stessa vicepresidente del Consiglio, per colmo eletta dalla stessa maggioranza, Caruso, non è stata una mossa del tutto azzeccata.
Ieri la consigliera Caruso ha trascinato su un terreno quanto mai impervio, l’assessore Distefano che già di suo ha grossi problemi di permanenza all’interno della giunta, per i fatti recenti.
La sua fedeltà alla causa lo renderebbe, al momento, difficilmente eliminabile, ma l’inconsistenza del lavoro finora svolto, causa peraltro dei dissidi con il suo ex consigliere comunale, lo rendono in equilibrio assai precario.
Rossana Caruso, da poco aveva segnalato in Consiglio la mancanza di sicurezza in alcune contrade, parlando di casi specifici, una questione di controlli, di sicurezza, afferenti principalmente all’assessore alla polizia locale.
Se ne fa carico, invece, il responsabile delle contrade, Distefano che, come accade sovente, trova il miracolo di una testata giornalistica disponibile ad amplificare le posizioni a discolpa dell’amministrazione.
E Distefano racconta di un piano di illuminazione, di un piano di videosorveglianza di ultima generazione con possibilità di lettura targhe, tutto, come sempre da realizzare, dopo 5 anni di Cassì 1 e 16 mesi di Cassì 2.
E si avventura anche sulla disponibilità di fondi per le contrade.
E la consigliere Caruso, in aula, con alcune semplici domande fa emergere le contraddizioni: a cosa si riferisce l’assessore quando parla di capitolo contrade? Quale disponibilità, in effetti, ha l’assessore?
Quali sono i programmi di illuminazione pubblica nelle contrade e che tempi prevedono?
Quando sarà realmente operativo un piano di video sorveglianza?
In pratica, come si dice nel gergo, “lo fa nuovo”
Poche ma semplici domande per far emergere il nulla che è sotto gli occhi di tutti i residenti delle contrade.
Perfettamente integrato nel cerchio magico, DiStefano ci propina lo sfruttato ritornello della vastità del territorio comunale, così come faceva Giovanni Iacono, quando era assessore al verde pubblico, mentre ora D’Asta ha avuto la dignità di parlare di mancanza di fondi adeguati.
La realtà è quella che è, se io porto il 62 di misura per i vestiti o il numero 46 di scarpe, lo so e mi devo attrezzare di conseguenza: ma non lo so ora, lo dovevo sapere 16 mesi fa, e sulla base della continuità amministrativa, lo doveva sapere il sindaco da cinque anni.
Cosa è stato fatto in relazione all’estensione del territorio? Mai nulla di adeguato, si è preferito, e si continua a preferire, di vivere alla giornata.
E i piani per le zone di recupero dove li mettiamo, cosa ha fatto l’assessore ai lavori pubblici che usa sempre i suoi colleghi come paravento, Digrandi per la piscina, Distefano per le contrade, e così via?
Si dice che, addirittura, sono state concesse autorizzazioni edilizie nelle contrade, di recente, senza che ci siano fognatura, acqua e illuminazione.
Questo è il settore dove si dovrebbero puntare i riflettori, su una attività di settore con molti punti oscuri.
Distefano incorre anche nella boutade di raccontarci dell’esistenza sul territorio di 283 contrade, ritenendo, forse, di rivolgersi agli scemi del villaggio.
Non sono certo 283 le contrade da attenzionare in termini di sicurezza, servizi e manutenzioni: la quasi totalità si ritrovano in normali zone agricole, dove ci saranno masserie e qualche tipica casa di campagna.
E naturalmente non possiamo considerare nuclei abitativi case sparse sul territorio, collegate alla viabilità da trazzere.
Le contrade che sono afferenti alla delega, assieme alle frazioni e alle periferie, saranno in tutto una trentina, dove ci sono nuclei abilitativi consistenti, di residenti, quasi tutte zone di recupero dove la gente, sanati gli abusi, ha diritto ai servizi.
Come è sempre stato, non ci sono programmi per queste realtà, ancorché tutelate dalla legge che li equipara al normale centro abitato in ordine al diritto di servizi e manutenzioni.
Non solo Distefano non ammette tutto questo, non ammette le inadempienze, non solo sue, ma ci racconta le favolette del piano illuminazione, del piano videosorveglianza, ci dice che dei 70.000 euro appostati, per la prima volta in un apposito capitolo, ne restano 20.000 disponibili, e ci rincuora perché i fondi saranno rimpinguati con il nuovo bilancio.
Ma tutto è solo progettualità, nemmeno esecutiva, come del resto non c’è nulla di concreto per la tutela degli animali e per il randagismo: altra emergenza segnalata dalla consigliera Caruso che ha sollevato anche il problema del blocco delle sterilizzazioni per le colonie feline.
E anche per questo settore, risposte dilatorie dell’assessore, tavoli tecnici con associazioni e sindaci, si vogliono ribaltare le problematiche comunali in ambito intercomunale per allungare il brodo, addirittura, si tira fuori che ci sarebbero pochi veterinari, ma da quando?
I consiglieri di opposizione potranno essere delle spine nel fianco, ma se non ci sono risposte minimamente adeguate, i dissidenti debbono essere solo ringraziati per le segnalazioni che fanno.