Abbiamo voluto prendere 24 ore di riflessione per commentare la nota del Partito Democratico di Ragusa sulla posizione del sindaco Cassì nella classifica Governance Poll ’24 che lo vede al quarto posto in Italia come gradimento dei cittadini, al 60%, solo poco meno di tre punti al di sotto del risultato elettorale di un anno prima.
Il recente inciucio che ha visto il PD sostenere la maggioranza per l’approvazione del Piano regolatore non si può dimenticare tanto facilmente.
Ci sono elementi, giornalieri, e voci insistenti di rapporti idilliaci fra l’assessore Giuffrida e Calabrese, di opposizione, per usare un eufemismo, soft di Angelo La Porta, che fa capo sempre all’on.le Dipasquale che molti considerano, a torto o a ragione, come il grande vecchio che ha orchestrato questa strana comunanza di intenti.
Quindi, una nota del Partito Democratico, per bocca del segretario cittadino, che è anche capogruppo in co0nsiglio comunale perde di autorevolezza e di veridicità, perché collide, innanzitutto, con le tante espressioni di disponibilità alla collaborazione, con i tanti sopralluoghi e le inaugurazioni in buona compagnia, con le tante professioni di alleanze non politiche ma per la città, per il bene comune.
Pur tuttavia, il PD antepone i disagi, i disservizi e le tante persone insoddisfatte di Ragusa all’immagine della città modello che appare sulle pagine social del sindaco e dai dati della classifica.
Mettiamo da parte le inutili considerazioni sul sondaggio, se una indagine non convince, non se ne parla, come pure, questo vale per i Cassì boys, non si possono ignorare le classifiche dove Ragusa è nei bassifondi, per cavalcare subito le poche classifiche positive.
Considerazioni inutili come quelle che descrivono il sindaco eletto dal 63% di mezza città che è andata a votare, anche in questo caso non si vogliono accettare le regole della gara alla quale, però, si partecipa.
La nota del Partito Democratico vale per gli aspetti negativi che mette in risalto, ma, più ancora, per quelle che sono taciute.
C’è, in effetti, un contrasto fra le tante emergenze della città e l’effimero che l’amministrazione insegue e pratica, probabilmente nel tentativo di mettere a tacere le voci critiche, di sopire le lamentele, il classico “panem et circenses”
Calabrese si chiede quali sono i risultati concreti di questa amministrazione in questi sei anni di amministrazione, ma questo lo doveva chiedere, almeno per i primi 5, in campagna elettorale, quando il sindaco parlava di continuità amministrativa per progetti che erano solo da avviare, mentre non proponeva nulla per il secondo mandato.
Non funziona, certo, mettere sui piatti della bilancia inaugurazioni del lungomare e blackout, non abbiamo mai sentito, dai banchi delle cosiddette opposizioni proposte ed emendamenti al bilancio per rifacimento della rete idrica e per chiedere il potenziamento di quella elettrica a Marina di Ragusa.
Piuttosto, merita attenzione l’attacco per la questione Iblea Acque, ma, anche in questo caso, Calabrese è naturalmente imbarazzato nel dire, dal momento che chi ha orchestrato le cose, assiema d altri sindaci, prevalentemente di area di sinistra, è il suo segretario di Federazione.
Su Iblea Acque ci sarebbe tanto da dire e tanto da investigare, ma non sull’attuale gestione, quanto sulla genesi, sulle scelte iniziali, sulle decisioni scellerate di mantenere questo mostro con solo 97.000 euro di capitale sociale, roba da giochi di ruolo per bambini deficienti.
È vero, sono tante le cose che non vanno, i disservizi, le criticità, ma c’è anche la percezione, non solo i dati dei sondaggi, che, alla fine, i cittadini tanto scontenti non sono.
E’ vero che qualcuno si lamenta dell’erba sul marciapiede, della perdita idrica all’angolo della via, del cumulo dei rifiuti sui contenitori degli esercizi di ristorazione, ma poi ci vanno a mangiare e a bere, qualcuno abbandona qua e là qualche sacchetto di rifiuti, lo lascia nei cestini sulle vie principali, si lava la macchina in cortile o spreca acqua comunque.
C’è anche un legittimo attacco a quelle parti della squadra assessoriale che non vanno, viene citata la sicurezza in centro storico, non è vero che la città è sporca, sarebbe fare un torto agli operatori ecologici e alla ditta Busso, casomai sono sporchi i cittadini che la sporcano in maniera scriteriata, piuttosto sono le manutenzioni che non hanno avuto una regia adeguata ma, soprattutto, non hanno avuto fondi per operare, tanto che l’ultima variazione di bilancio ha appostato 450 mila euro per il verde, che si vedrà come saranno utilizzati.
Piuttosto, viene da chiedersi come mai dal PD non attaccano il sindaco e l’assessore alle opere pubbliche, per esempio, sulla ormai scabrosa vicenda del parcheggio di Ibla, perché non si chiede nulla sull’utilizzo dei 20 milioni di euro del PNRR per Villa Moltisanti, per la Vallata Santa Domenica, per il Polo fieristico.
Perché non si chiede come è finita per il progetto dei Canalotti, o cosa si pensa di fare, dopo il flop dell’iniziativa annunciata del caseificio didattico, dell’ex macello di Ibla?
Nessuno si interessa della club house dell’impianto di via delle Sirene, nessuno chiede dei lavori al Marino, chi si interessa della metroferrovia, chi dovrebbe pensare alla bonifica della discarica di cava dei Modicani, quali sono i progetti per via Roma e per piazza Libertà?
Della sicurezza si accenna solamente, ma di qualcosa per il futuro del centro storico nessuno chiede nulla.
A questo punto, se tante cose lasciano indifferenti gli uomini del Partito Democratico che dovrebbero essere, elettivamente, le punte di diamante di una opposizione incalzante e ossessiva, perché non credere che il 60% dei ragusani apprezza e gradisce il suo sindaco ?