di redazione
Presenti al 13° Stage Nazionale FEDIC di Formazione ed Approfondimento e a Milano, per il Fuori EXPO, con il corto ‘Cibo, amore e identità’
Salvatore Occhipinti, Gaetano Scollo e Andrea Criscione reduci dal 13° Stage Nazionale FEDIC di Formazione ed Approfondimento, organizzato dalla Federazione Italiana dei cineclub (FEDIC) a Pisa.
Unici siciliani, assieme al messinese Salvatore Siragusa, hanno partecipato all’iniziativa coordinata dal regista e sceneggiatore di Catanzaro Alessandro Grande, quest’anno dedicata alla sceneggiatura.
L’organizzazione era del Cineclub FEDIC di Pisa, Corte Tripoli Cinematografica, sotto la direzione di Roberto Merlino, affiancato da Maurizio Palmieri, Roberto Carli, Marco Rosati e Antonio Tosi.
Nel percorso formativo si è lavorato alle varie fasi di scrittura di un film, partendo dall’ “idea”, per arrivare al “soggetto” e finire nella “sceneggiatura” vera e propria. La sceneggiatura che è stata scritta verrà utilizzata nello Stage del prossimo anno per farla diventare un film vero e proprio: un cortometraggio che impegnerà gli stagisti in tutte le varie fasi della lavorazione.
Nel corso di una serata aperta al pubblico, nel Palazzo Comunale di Calci, Turi Occhipinti e Gaetano Scollo hanno ricevuto un riconoscimento dal Presidente della Fedic nazionale Roberto Merlino.
C’è stata anche la consegna la consegna di una “targa di amicizia” proveniente dal Comune di Ragusa all’Assessora Anna Chiara Galotta, consegnata da Turi Occhipinti, e la consegna di una “targa di amicizia” proveniente dal Comune di Monterosso Almo consegnata da Gaetano Scollo a Giacomo Bernardi , che ha raggiunto la decima partecipazione allo Stage Nazionale FEDIC.
Continua a riscuotere consensi l’attività amatoriale del duo Occhipinti – Scollo, scaturita, quasi per caso, dal successo, ormai internazionale del documentario “Lamiantu” e dall’opera teatrale “Eternity” prodotti nel contesto delle campagne informative sui rischi provocati dall’amianto.
Il riscontro di pubblico e di critica ha invogliato i due a cimentarsi con altre realizzazioni, fra cui il documentario “Gli gnocchi della zia Paola”, sulle specialità della cucina tipica iblea, e un altro sulle fasi di lavorazione e stampa, con una macchina tipografica del 1895, del libro “Fantastiche presenze” di Gaetano G. Cosentini.
La diffusione dei lavori di OcchiRicordiamo le presenze al Festival del cinema di frontiera di Marzamemi, allo Sciacca Film Festival, alla 65^ Mostra internazionale del cortometraggio di Montecatini Terme, dove hanno ricevuto il premio ufficiale della giuria, e infine al 37° festival di Cleront.Ferrand in Francia, il più importante festival di cortometraggi del mondo.
“Lamiantu”, realizzato nel 2011, è stato presentato anche in Marocco, negli anni successivi, al delegato del ministero della Cultura di Tangeri, Abdelaziz El Idrissi, e al presidente delle associazioni a tutela del patrimonio del litorale mediterraneo, Abdelatif Boudjay, insieme a Silvia Coarelli, direttrice della Fondation Mediterranéenne “Elisa Chimenti” di Tangeri, alla regista Claudia Puglisi e all’attrice Silvia Scuderi della “Compagnia prese fuoco” che aveva messo in scena “Eternity”.
Nel corso dell’incontro, furono gettate le basi per una campagna di sensibilizzazione e informazione, in Marocco, sui pesanti rischi che corrono i lavoratori esposti all’amianto, per un progetto finanziato dal governo marocchino.
Occhipinti e Scollo ancora ambasciatori della Cultura Iblea con la presenza a Milano, per l’iniziativa Fuori EXPO, nella sede dell’Associazione Umanitaria, organizzata dalla Regione Toscana, dove i due ragusani sono approdati tramite il Festival di Montecatini che ha presentato la prossima edizione della manifestazione che si terrà dal 18 al 25 ottobre.
Inserito nel manifesto della rassegna, presentata a Milano, nel contesto delle iniziative per EXPO 2015, il corto “Cibo, amore, identità”, realizzato da Turi Occhipinti e Gaetano Scollo, da un idea di Claudia Puglisi e Silvia Scuderi, con la collaborazione di Marcello Occhipinti e Andrea Criscione.
Il nuovo corto, ultimato nella realizzazione nel corso dello scorso mese di agosto, mostra Monterosso Almo, un piccolo paese all’estremo sud della Sicilia. Qui sembra come andare indietro nel tempo, quando non c’era il tempo. O almeno la percezione fisica dei minuti e delle ore. Qui tutto va piano, e non veloce. Il trascorrere dei giorni è segnato dal sole che nasce e poi muore, dal cambio delle stagioni, dalle piogge e dal buon tempo. Come tutto il resto, qui la vita segue il suo naturale corso.
A Monterosso si può ancora incontrare il pastore che fa la ricotta fresca, il mietitore che raccoglie il grano dalla scura terra, il mugnaio che macina il grano in bianca farina. E la donna, come tutte le donne del mondo, madre come madre è la stessa terra, che riesce a trasformare tutti questi prodotti genuini in un meraviglioso piatto di gnocchi.
Questo corto – senza nessuna retorica ma adattandosi al l’autenticità dei sui personaggi – vuole raccontare l’amore che ognuno di loro ha per la propria terra. Loro sembrano dei sacerdoti che celebrano una più alta saggezza, che è la consapevolezza che tutto è connesso, l’uomo con gli uomini e con la terra stessa.
La farina è infine impastata con la pazienza infinita di un artigiano, attraverso cui si ritrova la pazienza del pastore e del suo gregge, la fatica del mietitore chino a raccogliere le sue spighe di grano e la gioia del mugnaio a macinare la farina. A Monterosso, la storia dell’umanità si ripete attraverso le mani di una donna che ha trasformato la natura per nutrire la propria famiglia e mantenere un senso appartenenza.
{gallery}turi fedic{/gallery}