di Emanuele Cavallo
Una metafora attualissima da utilizzare per descrivere la situazione italiana
I Muscoli del Capitano è il titolo di una delle canzoni comprese nella trilogia del Titanic di Francesco De Gregori, ritenuto uno dei più grandi cantautori della musica italiana e che non ha bisogno sicuramente di presentazioni.
Il Titanic, nell’idea dell’autore, assurge a metafora del destino catastrofico a cui è proiettata l’intera umanità, divisa per classi (nel testo: “il futuro è una palla di cannone accesa e noi lo stiamo quasi raggiungendo”).
Gli interpreti del racconto sono il Capitano della nave ed un mozzo di bordo. Quest’ultimo, durante la navigazione, guarda il Capitano e lo descrive come uomo sicuro di se e convinto dell’infallibilità del progresso e della tecnologia che avrebbe creato in futuro le condizioni sociali migliori per l’intera umanità (nel testo: “guarda i muscoli del capitano, tutti di plastica e di metano, guardalo nella notte che viene, quanto sangue nelle vene…….non tiene mai paura, dritto sul cassero, fuma la pipa..…e quando vuole qualcosa o qualcuno c’è sempre uno che gli risponde”), ma il mozzo mentre elabora questa figura intravede tra la fitta nebbia che caratterizzava quella notte una montagna bianca davanti alla grandiosa nave e gli lancia subito l’allarme.
Il Capitano, senza scomporsi di un millimetro, gli risponde (nel testo: “questa nave fa 2000 nodi, in mezzo ai ghiacci tropicali, ed ha un motore di un milione di cavalli, che al posto degli zoccoli hanno le ali……la nave è fulmine, torpedine, miccia, scintillante bellezza, fosforo, fantasia, molecole d’acciaio, pistoni, rabbia, guerra lampo e poesia……….in questa notte………il futuro è una palla di cannone accesa e noi lo stiamo quasi raggiungendo”), liquidando il mozzo così (nel testo: signor mozzo io non vedo niente è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole, andiamo avanti tranquillamente). Oggi tutti sanno quello che successe da lì a poche ore dopo!
Le incertezze, la poca trasparenza che avvolge la situazione politica-economico-sociale dell’Italia che non consente al popolo di conoscere la verità su come stanno effettivamente le cose, la convinzione dei capitalisti finanziari di poter continuare all’infinito senza tenere conto dei meno abbienti, senza i lavoratori, gli studiosi, gli scienziati, veri artefici di sano e umano sviluppo e progresso, continuando a speculare manovrando i grandi capitali finanziari ed infine il malaffare in politica di cui siamo stati tutti testimoni, sono la miscela pericolosissima che potrebbe portare alla stessa tragedia del Titanic, dove ad affondare è stata l’intera umanità rappresentata dai ricchi della prima classe, dai meno ricchi della seconda classe e dai poveri di terza classe. Quando la nave affonda affondano tutti!
Quando il mozzo di bordo lancia un allarme non va mai preso come problema secondario come ha esternato il nostro Presidente del Consiglio in merito ai recenti risultati elettorali. Va immediatamente analizzato per capire cosa c’è dietro al grido d’allarme e non vorrei che fosse licenziato alla stregua di come il Capitano del Titanic licenziò il mozzo di bordo considerando la vicenda come: “Un po’ di nebbia” e quindi andiamo avanti tranquillamente.
Un grazie a Francesco De Gregori per averci regalato questo capolavoro.