Vogliamo premettere che non siamo contrari alla scelta della società in house, che soggetto migliore, sotto tutti i punti di vista, non si poteva trovare come Amministratore Unico, vogliamo solo dire che, dalla costituzione della società tutto si è svolto con una approssimazione e una manifesta incapacità mai viste.
Si è dato vita, in fretta e furia, senza regole precise, ad una società praticamente senza capitale sociale, dove comuni virtuosi e comuni da commissariare, anche vicini al dissesto, sono stati messi sullo stesso piano, mettendo insieme comuni con l’80% di riscossione dei ruoli idrici con comuni che non solo non hanno i contatori ma che non controllano nemmeno gli allacci alla rete idrica.
Con il caso eclatante del Comune di Ragusa che, nel frattempo, ha anticipato 8 milioni e trecentomila euro, ad oggi, per il pagamento dell’energia elettrica degli impianti di sollevamento, in attesa, dopo quasi tre anni, che Iblea Acque proceda alle volture dei contratti. Ma intanto incassa le bollette, mentre cresce l’esposizione anche con altri comuni, con cifre che, in relazioni alle dimensioni dei comuni e dei bilanci, sono anche più pesanti di quelle del comune di Ragusa.
Le criticità di questa società figlia dei dodici sindaci della provincia, espressione massima della classe politica locale, si sono confermate con la recente crisi idrica: disorganizzazione totale, mancanza di autobotti, impotenza di fronte alle varie perdite idriche e ai guasti fognari per mancanza di personale adeguato e impossibilità di trovare imprese disposte a lavorare con la società per sfiducia in relazione alla pronta solvibilità per i pagamenti.
In tutto questo scenario, riflettori puntati sui concorsi irregolari, ammessi dallo stesso Cassì, presidente del Comitato di controllo analogo di Iblea Acque, strali dal consiglio comunale di Ragusa, con in testa il Consigliere Gaetano Mauro che ha fatto di Iblea Acque il suo master politico di eccellenza, per la precisione con cui ha colpito i punti critici della questione, rivolgendosi al suo sindaco ma evitando di andare a colpire i dodici sindaci che, sostanzialmente, sono tutti responsabili dello sfascio che hanno creato e al quale assistono indifferenti.
L’ultima barzelletta, a proposito di Iblea Acque e del rapporto con i dodici sindaci, è venuta fuori nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale di Ragusa.
Premesso che dopo le reiterate denunce del consigliere Mauro per la posizione dell’Amministratore Unico, Cassì aveva riferito che si sarebbe chiesto un parere sulla questione, su decisione del Comitato di Controllo analogo o dei dodici sindaci, si attende da mesi questo parere.
Cassì ci ha giocato, prima aveva detto che il parere si chiedeva all’ANAC, poi, dopo settimane di silenzio viene fuori che si preferisce interpellare un legale esperto sulla materia, poi che era stato dato incarico all’Amministratore Unico di Iblea Acque di attivarsi per dare mandato ad un legale per ottenere parere sulla questione.
Tutto questo si evince da quanto venuto fuori, fra interrogazioni, domande e risposte di Cassì, in Consiglio comunale a Ragusa.
In ultimo si apprende che l’amministratore Unico non ha proceduto ad affidare nessun mandato in merito, non si capisce, a questo punto chi comanda a Iblea Acque, l’Amministratore o i sindaci ?
Da alcuni interventi di consiglieri comunali, sempre molto soft e all’insegna del bon ton istituzionale, viene sollevato il problema dell’impegno della Giunta del Comune di Ragusa per 3.500 euro per la parcella del legale a cui chiedere il parere.
In pratica, i dodici sindaci decidono a casa nostra e Cassì acconsente, di dare mandato ad un legale, decidendo anche che sia il Comune di Ragusa, non si sa in base a quale principio, ad anticipare la somma necessaria per la parcella, che potrà essere, poi addebitata a Iblea Acque.
Tutto questo sembra paradossale, i sindaci decidono chi deve anticipare i soldi, Cassì acconsente, non sappiamo in base a quale norma la Società si vedrà addebitato un mandato conferito da altri ad un avvocato, senza preventiva accettazione della procedura.
A scanso di equivoci, alleghiamo la relativa Determina Sindacale del 17 giugno u.s, del Comune di Ragusa, con buona pace del dirigente Lumiera, peraltro responsabile del procedimento della determina in oggetto) che tenta sempre di impedirci la pubblicazione di atti che sono pubblici, a disposizione di tutti i cittadini.
Nella determina si legge chiaramente che IL SINDACO, anche nella qualità di Presidente del Comitato di controllo analogo della società Iblea Acque S.p.A., ha dato mandato al Dirigente del Settore I di predisporre apposita determinazione sindacale per affidare all’avv. Harald Bonura l’incarico di esprimere parere pro veritate in relazione a quanto deciso dall’assemblea dei soci di Iblea Acque con verbale del 7 marzo 2024.
Viene richiamata la corrispondenza tra il sindaco nella qualità di Presidente del Comitato di controllo analogo della Iblea Acque S.p.A. e l’amministratore unico della stessa, note dell’11 aprile 2024 a firma del Presidente del Comitato di controllo analogo, del 26.04.2024 dell’Amministratore Unico di Iblea Acque S.p.A., del 07.05.2024 del Presidente del comitato di Controllo analogo e in ultimo del 4 giugno 2024 dell’amministratore unico di Iblea Acque S.p.A, note che sarebbe interessante leggere e che non escludiamo di produrre successivamente.
Viene specificato nella determina che, con verbale del 10 giugno 2024 i sindaci, riunitisi per valutare la nota del 4 giugno 2024 sopra citata, hanno deciso di incaricare il Presidente del Comitato di controllo analogo di dare mandato al Sindaco del Comune di Ragusa ((questa una chicca, i sindaci, decidono di incaricare il Presidente del Comitato di controllo analogo (CASSI’) di dare mandato al Sindaco del Comune di Ragusa (lo stesso CASSI’) NdR))) di disporre, tramite gli uffici del proprio comune, l’adozione degli atti necessari per rendere esecutivo l’incarico di consulenza legale richiesto, al fine di ottenere il parere pro veritate sui quesiti contenuti nelle note sopra richiamate.
La determina ritiene che trattandosi di incarico tendente ad ottenere un parere per approfondire la fattispecie dell’attuale incarico di amministratore unico di Iblea Acque, le spese conseguenti all’incarico, come indicato nel suddetto verbale del 10 giugno 2024, saranno anticipate dal Comune di Ragusa ma dovranno essere poste a carico della società Iblea Acque S.p.A., che dovrà far luogo al rimborso immediato delle somme una volta rilasciato il parere.
Per usare un eufemismo gentile, sembra solo un Pap’occhio, (speriamo di ottenere il plauso del consigliere Zagami, NdR)