Una iper-sola, dopo quella dell’Ecomuseo

C’è un timore fondato: le iniziative mirabolanti che ci hanno propinato nei sei anni e tre mesi le amministrazioni Cassì non si contano.
Quella del Partenariato Speciale Pubblico Privato per la gestione del Castello di Donnafugata e del Museo cittadino del capoluogo ci sembra una iper sola dopo quella dell’Ecomuseo di cui non si sente più parlare.
Episodi non certo producenti della vita politica dell’ex campione di basket che rischia, ora, di appannare, sensibilmente, non solo la sua immagine sportiva, ma anche quella personale e professionale, quella politica è già persa.
Noi abbiamo una diagnosi netta, troppi errori, sin dal primo insediamento, nella scelta delle persone da chiamare al suo fianco, sparita tutta la bella gente che affollava il primo comitato elettorale, dispersa l’immagine limpida della prima compagine assessoriale, allontanati gli amici, quelli veri, sinceri, peraltro professionalmente di eccellenza, pronti a dare non una ma due mani disinteressate.
Si è andato formando, via via, un cerchio magico di falsi esperti, di faccendieri da strapazzo, di piccoli aspiranti politicanti di basso cabotaggio, per arrivare alle note vicende del Piano regolatore dove protagonisti incontrastati sono diventati lobby di costruttori, politici navigati e personaggi occulti del retroterra politico locale.
Oggi, per farla breve, siamo alle questioni Iblea Acque e PSPP per la gestione del Castello di Donnafugata, che stanno erodendo l’immagine di Cassì come potrebbe fare un acido, e proprio un avvocato è impelagato in violazione di norme, pareri legali, attacchi ignominiosi, delegittimazioni da fare paura, senza che il sindaco abbia modo di imporre la sua parola, le sue scelte, in maniera autorevole.
Perché noi non vogliamo esprimere pareri: ma se hai pareri favorevoli per la nomina dell’amministratore unico prosegui per la tua strada, non rispondere nemmeno ai comunicati, agli interventi i Consiglio e alle false minacce di denunce alle procure.
Lo stesso per il PSPP, se hai la coscienza tranquilla, vai avanti, concedi tutte le proroghe che chiedono, spiega i vantaggi economici per l’ente, dai garanzie che non ci saranno assunzioni di amici, esperti, spera solo che gli investimenti di un milione e mezzo per 10 anni siano reali, garantiti, perché molti non hanno l’età per credere alle favole di incassi che passano da 600.000 euro all’anno ad almeno 2.000.000.
Ma soprattutto, per la tua immagine personale e politica non consentire a mezze figure del tuo cerchietto magico di considerare “intromissioni” quelle del Prefetto o dell’ente provinciale sul quale piatto stai mangiando per il parcheggio di Ibla, mentre sputi, e soprattutto fai sputare, per una eventuale disinteressata collaborazione a trovare soluzioni ottimali per una gestione di un bene che non è solo della famiglia Arezzo o dei ragusani ma della comunità iblea nella sua interezza.
Il sindaco si potrà permettere, come ha fatto, di far capire al Prefetto che non ha gradito la convocazione, anche perché sollecitata dalla provincia, ma non può ringraziare chi si permette di sfiorare il vilipendio per il rappresentante dello stato, non può permettere a schiavetti stesi come zerbini di leggere e interpretare parole e desiderata del prefetto, di dire che lo stesso ci vuole fare andare indietro o che ha pronunciato affermazioni retrograde rispetto alla moderna giurisprudenza che vuole migliorare i servizi o ancora, cosa gravissima, che ha inteso bacchettare l’amministrazione richiamando la presenza delle forze dell’ordine, come se il Prefetto avesse bisogno delle Forze dell’Ordine per imporre la sua autorevolezza. Delirio puro.
Ora, voci circolanti, paventano il rischio di un passo di lato della Provincia, segnatamente del Direttore Generale, offeso in aula, come indirettamente è accaduto anche per la Commissaria Regionale, senza che il sindaco abbia minimamente ripreso i suoi centurioni.
Due storie dalle quali Cassì deve uscire, e lo deve fare non bene, ma benissimo per non ledere ancora di più la sua immagine presso una opinione pubblica che si è sentita colpita da queste faccende in modo che ha sorpreso gli addetti ai lavori, ma non solo. Anche l’entourage di pregio del sindaco, non quello con il prosciutto sugli occhi, rumoreggia e cerca di mettere in guardia il primo cittadino perché ha capito che, soprattutto in questo frangente, un passo falso può essere letale.

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