Abbiamo spesso seguito, politicamente, il consigliere Sergio Firrincieli, anche perché creatura politica di un grande amico come Antonio Tringali, questo particolare unito alle simpatie per i 5 Stelle prima versione, quelli grillini, per intenderci, ci permetteva di condividere molti passaggi del soggetto in questione.
Con l’ultima campagna elettorale, Firrincieli ha fornito agli amici molti elementi per rivedere il giudizio politico sulla sua persona, inutile sottolineare che come persona, come imprenditore, come lavoratore, marito e padre di famiglia esemplare, resta persona ineccepibile.
I tentennamenti per la scelta del candidato sindaco, la prima alleanza con il candidato Schininà, la scelta di andare, ancorché senza speranza, con la sinistra, ammaliato dall’offerta della candidatura, in stretto accordo con Stefania Campo che, fino a poco tempo prima, aveva avversato politicamente, il tutto in un disperato tentativo dei nuovi 5 Stelle di restare a galla nel panorama politico locale, ci ha fatto notevolmente rivedere il giudizio nei confronti del soggetto politico, con riflessi sul giudizio della persona che non ha saputo mantenere coerenza in diversi recenti passaggi.
Per rispetto alla persona abbiano cercato di mantenere il nostro dissenso, ancorché non abbiamo per nulla tollerato il ruolo di opposizione rivestito con inusitata moderazione, tano da far ascrivere il Firrincieli come esponente di spicco di quella opposizione al borotalco che caratterizza questo scorcio iniziale di sindacatura.
Ma c’è la goccia che fa traboccare il vaso ed è l’odierno comunicato del consigliere Firrincieli che festeggia, a suo modo, in maniera becera e inappropriata, le dimissioni del collega Sergio Schininà da Presidente della Commissione Assetto del Territorio.
Atteggiamento ancora più grave se viene da un consigliere che, come accennato, negli ultimi tempi, non ha fatto vera opposizione, che è stato piuttosto morbido in campagna elettorale e in questo inizio di consiliatura, più incline al compromesso e a non prendere posizione netta in tanti casi sottoposti in Consiglio comunale e non solo, riguardanti il bene comune e la cosa pubblica.
Non ricordiamo, intanto, dichiarazioni ufficiali del consigliere Firrrincieli, all’atto della elezione di Schininà a Presidente della seconda commissione.
Dopo mesi di silenzio su tanti aspetti della vita amministrativa del Comune di Ragusa, Firrincieli scopre, ora, che “Ci sono passaggi, che si consumano all’interno di palazzo dell’Aquila, che meritano di essere posti sotto i riflettori e che non possono passare sotto silenzio”.
Certo, a Cassì, come dimostrato tante volte, manca la cautela politica, meglio sarebbe dire il senso di opportunità politica, ma reiterate e costanti sollecitazioni delle opposizioni non ne abbiamo sentito, senza dire che anche la mancanza di opportunità politica rientra, ormai, nel 63 % di consenso personale del sindaco che non ha eccepito nulla su questo aspetto di Cassì, non considerandolo o ritenendolo di poca importanza.
Da queste considerazioni iniziali, il Firrincieli passa ad una disamina farneticante dei fatti, si lamenta della mancata comunicazione delle dimissioni, ma nulla dice contro l’apparato di comunicazione di palazzo né contro il Presidente del Consiglio, meglio non incrinare rapporti.
Poi la parte che per la sua assurdità diventa amenità: “lo avevamo detto” recita il 5 Stelle della nuova epoca grillina, ma non ricordiamo che ci sono dichiarazioni ufficiali contro colui che, non si capisce con quale obiettivo definisce arbitrariamente ‘il cognato del sindaco”, per noi, per esempio è il sindaco Cassì cognato di Sergio Schininà, ma questo può essere un particolare incidentale, ma nulla osta alla presenza di un cognato in consiglio, peraltro possibile incompatibilità o ineleggibilità contro le quali mai, in 5 anni, Firrincieli si è pronunciato o ha sollevato riserve.
Poi la parte farneticante: parla di “un ripescaggio artatamente attuato tramite le dimissioni di consiglieri eletti con più voti nella lista Cassì sindaco passati a ricoprire unicamente il ruolo da assessore”.
Perché non si è occupato allo stesso modo dei ripescaggi dei colleghi Antoci, Sortino e di quelli che sono in lista di attesa per subentrare a colleghi assessori?
Per Firrincieli, Schininà non poteva continuare il ruolo bella commissione che dovrà esaminare il PRG, offende i colleghi commissari che lo hanno democraticamente eletto, ma all’atto della elezione non ha sollevato riserve per la sua elezione, peraltro non specificando quali possano essere i passaggi delicati del Piano regolatore, quali interessi ci potrebbero essere per un atto che dovrà passare al vaglio di tutto il consiglio comunale.
Ma su questo piano regolatore, che si conosce da un anno, perché mai Firrincieli non ha strepitato in maniera opportuna, se ha rilevato qualcosa che non va? Perché non ne ha fatto il cavallo di battaglia nella campagna elettorale?
La democratica elezione in commissione viene definita da Firrincieli “un gesto di tracotanza politica da parte del sindaco, per fortuna archiviato come un colpo di mano non riuscito”, derubricando il ruolo dei colleghi commissari di maggioranza a quello di utili idioti, utili solo a votare quello che dice il sindaco.
Forse, si deve dare atto che, al tempo, in commissione fu sollevata l’esigenza di affidare l’esame del PRG a persona competente nella materia, a persona che avesse avuto sentitamente a cuore le sorti urbanistiche della città, ma l’elezione avviene non certo per le esortazioni delle opposizioni, se non adeguatamente motivate.
Perché ora Firrincieli, invece di esprimersi monasticamente sulla nuova esigenza di votare in maniera opportuna, non solleva il fatto che già circola il nome del nuovo Presidente, altro fedelissimo del sindaco che, peraltro avrebbe già ricevuto espressione di ringraziamento per la carica incipiente?
Sembra proprio che Firrincieli voglia assumere i toni utilizzati fino a giorni fa dal suo leader nazionale Conti, per nulla eleganti e pervasi solo da sindrome di emarginazione politica e di sconfitta elettorale.
Nessuna “magra figura” per il consigliere Schininà che non pare certo il tipo di rispondere ai “diktat” del cognato sindaco, ancora meno nessuna “disonorevole marcia indietro”, casomai la maniera scanzonata, da autentico aristocratico quale è, di cambiare tutto, tanto non cambierà nulla.
Una occasione persa quella di Firrincieli, di mantenersi adeso più alla sua persona che a quella di politico in decadenza e frustrato per l’inarrestabile declino della sua forza politica, a Roma, a Palermo e sul nostro territorio.