Con una nota inviata alla stampa, il consigliere comunale di Ragusa, Saverio Buscemi, dopo un’ampia riflessione, non condividendo le nuove traiettorie politiche assunte dal movimento, ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni da Sud chiama Nord e da componente della segreteria regionale.
“Una scelta che compio a malincuore – afferma Buscemi – ma, per quanto mi riguarda, doverosa e di coerenza.
Infatti, io resto idealmente ancorato alle idee originarie di Sud chiama Nord, movimento che ho visto nascere e che, in prima persona, ho contribuito a fare crescere a Ragusa e provincia.
Piuttosto, per quello che posso vedere, è il movimento legato all’on. Cateno De Luca che si è snaturato: oggi si parla di potere dialogare, a livello regionale, con quella classe dirigente che abbiamo combattuto per anni, abbiamo sempre parlato e sostenuto l’idea di poter cambiare la Sicilia con Cateno De Luca presidente, ma oggi è più importante governare a tutti i costi a prescindere da chi sia il nostro compagno di viaggio e che l’epurazione e il totale rinnovamento, per noi un tempo indispensabile, della classe dirigente si possa risolvere non ricandidando questo o quello.
Ecco, ho iniziato a fare politica seguendo Cateno perché ha sempre parlato di un movimento post ideologico che non si colloca né a destra né a sinistra e che, di certo, mai a livello regionale si possa unire a quella classe dirigente che negli ultimi trent’anni ha paralizzato e messo in ginocchio la nostra Sicilia”.
Buscemi continua: “Voglio ribadire che resterò fedele ai miei convincimenti e da uomo libero e senza padroni politici, quale mi ritengo. Assieme a molti amici che hanno compiuto lo stesso mio percorso e che, al pari mio, sono parecchio delusi, andremo avanti imponendoci un cambio di passo e un piglio diverso per dare a questa amministrazione comunale un contributo ancora più fattivo”.
“Mi pare – continua – di avere dimostrato di non soffrire della “Sindrome della poltrona”, da assessore designato direttamente dal sindaco, per l’impegno dimostrato in campagna elettorale.
Credo di essere l’unico ad avere rinunciato ad una posizione che, tra l’altro, mi sono guadagnato anche sul campo, risultando pure il primo degli eletti della mia lista per provare a far crescere un gruppo che, da un po’ di tempo, ha smesso di parlare alla pancia delle persone.
Da oggi porterò avanti la mia e la nostra battaglia di coerenza e lo farò fuori da Sud chiama Nord.
Ringrazio Cateno De Luca per questo percorso fatto insieme. A lui potrò solo dire che mi troverà, se vorrà, dove mi ha lasciato ovvero a portare avanti i principi che ho proprio appreso da lui e che oggi ha disilluso.
In riferimento alla mia posizione all’interno del civico consesso, valuteremo col mio gruppo e col sindaco se vi siano ancora i presupposti perché il mio percorso continui all’interno della maggioranza”.
Saverio Buscemi
Consigliere comunale
Questa la comunicazione del dr. Buscemi, inaspettata, attesa era l’uscita dalla maggioranza di Palazzo dell’Aquila ma non la sua uscita dal partito di Cateno De Luca.
Il professionista ragusano, come tanti altri, si è mostrato deluso, ancorato come era ai principi fondanti del Movimento di De Luca, per la volubilità negli obiettivi politici, che sono andati dalla leadership di una coalizione con la sinistra e i 5 Stelle alla possibile salita sul carro del centro destra, con un netto calo della grinta politica di De Luca che aveva entusiasmato tanta gente in Sicilia.
C’erano stati segnali diversi che il feeling di Buscemi con i vertici di Sud chiama Nord era mutato: il trattamento ricevuto da De Luca in occasione della sua venuta a Ragusa, la formazione dei quadri comunali e provinciali che non lo hanno visto protagonista della scena, come sarebbe stato dovuto, lui uomo a cui si doveva la creazione e la crescita della componente politica di De Luca a Ragusa, creazione e crescita avvenute grazie a un impegno personale e anche economico, come si sussurra, che non sono stati, per nulla, ricompensati.
Saverio Buscemi aveva anche commesso un grosso passo falso, a livello personale, primo degli eletti della sua lista al Consiglio comunale, aveva scelto di rinunciare all’indicazione assessoriale del sindaco Cassì, di restare consigliere forse anche per non favorire l’ascesa del primo dei non eletti, vicino alla corrente provinciale del movimento.
Una storia simile a quella del Movimento 5 Stelle, nel quale anche, dai nobili principi ispiratori e dalle regole per privilegiare la base, si è passati alle correnti, all’attaccamento alle poltrone, al controllo del partito ad ogni costo.
Passo falso pagato a caro prezzo perché, quando ha chiesto al suo assessore, da lui creato e posato sulla poltrona di giunta, e al sindaco, di voler rivedere la sua scelta, ha trovato le porte sbarrate.
Tradimento dei principi ispiratori anche da parte dello stesso Buscemi che, forse per direttive di De Luca, non ha opposto a Cassì una politica, se non di opposizione almeno di attento controllo e di pretesa di condivisione nelle scelte, come lui stesso, e l’assessore Distefano, sognavano di fare, subito dopo l’insediamento.
Alla resa dei conti, forse, Saverio Buscemi, dopo le variazioni sul tema politico del leader, dopo lo scarso risultato elettorale alle europee, dopo la scarsa attenzione del partito, dopo essersi reso conto di non poter avere un adeguato sostegno nella sua azione politica, a Ragusa, da parte di De Luca, mentre anche l’assessore Distefano ha intrapreso un percorso di netto allineamento con Cassì, ha pensato bene di cambiare strategia.
Appunto, come ha scritto, valuterà, con il suo gruppo e confrontandosi con il sindaco, se restare a sostenere la maggioranza oppure passare all’opposizione.
Come consigliere comunale eletto avrebbe tutto il diritto di esigere un assessorato: secondo gli accordi classici preelettorali un assessorato è stato garantito a Giorgio Massari, a Giovanni Iacono, a De Luca per Cassì, con un solo consigliere.
Ci sono andati male, con un solo assessore, Gurrieri, due consiglieri comunali e D’Asta cui facevano riferimento, all’inizio, tre consiglieri comunali.
Complicata, se non imbarazzante, la posizione dell’assessore Distefano che si ritrova in giunta senza che il suo partito sia rappresentato, condizione che potrebbe suscitare le proteste, fondate, di qualche altra parte politica.
Ma considerati i rapporti instaurati fra Cassì e Distefano, è lecito pensare che Cassì, magari aiutato dal comunicatore, riuscirà a trovare la mistura verbale magica per girare le cose come lui ritiene più conveniente.
La cosa più normale sarebbe assegnare l’assessorato a Buscemi ma non sembra l’idea per cui Cassì vada pazzo, altrimenti sarebbe cosa fatta da tempo.
Piuttosto, il passaggio di Buscemi all’opposizione porterebbe a 13 la risicata maggioranza, dopo le uscite di Bennardo, Caruso e Zagami, con tutti i problemi che ne conseguirebbero, in termini pratici, per le sedute del consiglio comunale, mentre ogni minima fibrillazione potrebbe causare il definitivo crollo della maggioranza Cassì, come avvenne nella prima sindacatura, quando ci fu il fuggi fuggi generale.