“Spettacolo” puro in consiglio comunale, Mauro a muso duro contro Cassì, Iurato contro il prefetto, Sortino contro l’ on.le Abbate e l’ on Campo, Calabrese e Antoci contro la provincia e il suo Direttore Generale Rosso

Tutti contro tutti nella seduta ispettiva del Consiglio comunale di Ragusa, la prima dopo la lunga pausa estiva.
Uno spettacolo indecoroso per la città, nonostante la maggior parte dei consiglieri vuole dare l’impressione di agire nella parte di un ruolo di rappresentanza e tutela dei cittadini.
Si fa politica in maniera becera, c’è chi tutela gli interessi della maggioranza, chi ritiene di lavorare per l’immagine dell’amministrazione, chi finge di fare opposizione, chi strumentalizza questioni come la gestione del Castello di Donnafugata o di Iblea Acque, nessuno affronta i problemi di petto, nell’interesse della città, molti dimenticano, che democraticamente, è stata eletto un sindaco e una maggioranza che lo sostiene, per cui ci si deve adattare alle contingenze, senza tentare, in nome di improbabili condivisioni che si vogliono far apparire inevitabili, di stravolgere l’esito delle urne.
Che poi si parli, che si versino addosso fiumi di parole, è anche previsto dal sistema, ma oltre non si dovrebbe andare, perché, altrimenti, come accade per la politica locale, si dà sfogo ad uno spettacolo indecente, dove chi vuole fare opposizione non va al nocciolo delle questioni e chi governa mostra incapacità e inadeguatezza nell’affermare la propria supremazia sancita dall’elettorato.

Solo due ore di seduta, ieri 2 settembre 2024, ma impossibile rendicontare tutto in uno o due articoli.
Per un primo commento generale sulla seduta, diremo che, come era prevedibile, il dibattito è stato dominato dalle due questioni attuali e cogenti della politica locale, il progetto di partenariato speciale pubblico privato per la gestione del Castello di Donnafugata e la questione Iblea Acque.
Sindaco e maggioranza sono riusciti a spostare l’asse dell’attenzione sulla questione ‘Donnafugata’, per non affrontare la patata bollente di Iblea Acque e del parere legale negativo sulla nomina dell’Amministratore Unico, che è passata, quasi, sotto silenzio se non fosse stato per lo scontro finale tra il consigliere Mauro e il sindaco che, sicuramente, merita la copertina di questa seduta.
Dopo il parere legale, richiesto dal Comitato di controllo sulla legittimità della nomina dell’amministratore unico nella persona di un pensionato della pubblica amministrazione, che avvalora le tesi di chi si oppone alle scelte dei sindaci con in testa Cassì, il consigliere Mauro è comprensibilmente entrato in aula come Silvester Stallone quando brandiva la cintura da pugile simbolo della sua vittoria.
Dopo il riconoscimento della validità dei rilievi per i concorsi, dopo il parere legale sulla nomina dell’amministratore unico, che segue la segnalazione nello stesso senso della Regione, ai sindaci, non ci dovrebbero essere dubbi sulla piena validità dei rilievi di Mauro e ci dovrebbero essere decisioni consequenziali, non solo sull’incarico ma anche per le decisioni dei sindaci.
Cassì, nonostante il parere, difende le scelte sue e dei colleghi, che sarebbero avvenute sulla scorta di autorevoli pareri legali, ancora sussistenti, come dire la vicenda non è finità qua, preannuncia che, molto probabilmente, si andrà in contenzioso, qualcuno ha interpretato questa affermazione come per un contenzioso con l’amministratore unico, chi scrive intravede un contenzioso che ci potrebbe essere per difendere le scelte dei sindaci, soprattutto in ordine al presunto danno erariale.
Così come l’amministratore unico, in aula, al Comune di Ragusa, ha affermato che i concorsi sono regolari, nonostante l’ammissione contraria di Cassì, allo stesso modo si intravede una linea di difesa, di Cassì inspiegabile, perché prima chiede un parere legale e quando arriva, negativo, ostenta la validità della scelta dei sindaci, supportata da altri precedenti autorevoli pareri legali.
Ragion veduta avrebbe voluto che Cassì, e i sindaci, sin dal primo momento, avessero difeso le scelte fatte, attendendo, eventualmente, atti delle autorità preposte.
Azioni delle autorità preposte che non sono arrivate e non arrivano, nonostante più volte sono stati annunciati inoltri alle Procure, giudiziarie e contabili. Ieri, in seduta, il consigliere Mauro ha tirato l’ennesima minaccia di inoltro al Nucleo di Valutazione del Comune, ma sarebbe necessario, a questo punto verificare, di fatto, l’esistenza di esposti, denunce e segnalazioni varie, per verificare anche se il silenzio delle autorità preposte può avvalorare le scelte dei sindaci.
Solo che Cassì, nell’incipit del suo intervento in aula ha parlato di cultura del sospetto, di retropensiero su possibili macchinazioni, con la quale si abituati a considerare la gestione della cosa pubblica, dove prevarrebbe il marciume e ha aggiunto che, probabilmente, chi è abituato in questi contesti politici, vede il marciume dappertutto, non comprende come ci possa essere un mondo diverso dove si tenta solo di perseguire il bene comune. Chi è abituato nel marciume non vede che marcio attorno a sé. Affermazioni pesanti rivolte, inequivocabilmente, all’azione del consigliere Mauro che, legittimamente, alla fine della seduta, ancora dentro l’aula e, subito dopo fuori dall’aula, ha aggredito verbalmente e pesantemente, quasi sulla soglia dello scontro fisico, il primo cittadino, intimandogli come non si potesse permettere di usare determinate affermazioni che erano, inequivocabilmente, al lui rivolte.

Più complesso l’esame del dibattito attorno al PSPP per la gestione del Castello di Donnafugata, dove non si comprende, o, meglio, si comprende benissimo, il nervosismo del sindaco.
Anche in questo caso, se si è convinti della legittimità delle scelte e delle procedure, non ci sarebbe da dare seguito alle sollecitazioni esterne per ignorare la proposta.
Di proposta si tratta, possono arrivare altri progetti di gente interessata, l’amministrazione sarà libera di valutare e di procedere anche con il supporto del Consiglio comunale. Che, poi, l’approvazione del Consiglio comunale per le scelte della giunta sarà scontata, non è certo responsabilità da addebitare al primo cittadino.
Come sempre, salgono in primo piano i motivi di opportunità politica che il nostro sindaco sconosce; per mesi l’amministrazione ha dato seguito all’interessamento di due entità interessate alla gestione del Castello tramite procedure nuove previste dalle leggi per i beni culturali, sarebbe stato opportuno rendere noto questo interessamento sin dal principio dei rapporti con queste persone, per dare modo a tutti, non solo all’ultimo momento, di poter, eventualmente, produrre altri progetti.
Non lo prevede la legge ma la trasparenza.
Su questo contesto, borderline, si sono inserite insinuazioni, facilmente smontabili, nel tempo, con i fatti, circa presunti accordi preventivi per l’assunzione, nel contesto del progetto di esperti e altri componenti dello staff del sindaco, si è inserita grande confusione sui contenuti economici del progetto, in ordine alle convenienze per l’ente pubblico, ma soprattutto si è inserito un movimento, trasversale, di opinione, tendente a scongiurare ogni possibile passaggio di giurisdizione nella gestione del Castello, movimento di opinione che ha visto, soprattutto, a difesa del bene pubblico, l’intervento disinteressato perché altrimenti non potrebbe essere, della Commissaria del Libero Consorzio, che ha richiesto e ottenuto, addirittura, l’intervento del Prefetto che affermato l’esigenza di soluzioni migliorative rispetto a quella prospettata.
A questo punto, sono sorti, e continuano a sorgere, dopo gli interventi in aula di alcuni consiglieri di maggioranza, gravi e imbarazzanti contrasti che si vorrebbero opporre all’azione del Prefetto e della Commissaria del Libero Consorzio, ente che potrebbe solo agire nell’interesse del bene pubblico e del Comune di Ragusa, aiutandolo nella gestione, non certo per impossibili interessi privatistici, scontati, invece, nel PSPP.
Pesanti le considerazioni di alcuni consiglieri nei confronti dell’azione del Prefetto, strumentalizzazioni politiche all’indirizzo del Direttore Generale del Libero Consorzio, ma non si intravede cielo sereno all’orizzonte, considerando che il sindaco, alla fine del suo intervento è venuto fuori con una pura dichiarazione di guerra, rivolta, inequivocabilmente, al Libero Consorzio e, indirettamente, al Prefetto: “C’è una procedura aperta in corso, nessuno si può intromettere in una procedura amministrativa che compete al Comune di Ragusa, nessuno lo farà, l’ho fatto presente al Prefetto, al quale riconosco la perfetta buona fede, nel corso dell’incontro.”.

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