Crisi idrica e questioni autobotti dei privati, il caos assoluto

Sembrerebbe che in città non ci sia una e propria carenza idrica, il tutto era limitato alle zone alte della città, poi le lamentele sono arrivate anche dagli utenti della zona dal centro commerciale Le Masserie fino al Selvaggio. In verità il campo degli assetati, di quelli con i serbatoi vuoti si va allargando di momento in momento.
Siccome, tradotto dal siciliano, siamo nelle mani di nessuno, non si può avere chiarezza sulla reale situazione, tutto è limitato ai poetici comunicati stampa del sindaco che invita ad usare con parsimonia la risorsa idrica.
Occorrerebbe fare chiarezza su tante cose, prima fra tutte la questione delle autobotti,
Fermo restando che Iblea Acque può sentirsi in diritto di stabilire cosa fare, poi c’è il sindaco che può imporre regole e sopra di lui altre autorità superiori, si vorrebbe sapere come funzionano le cose.

In questo stato d pura emergenza, dove sindaco e assessore al ramo continuano, indifferenti nelle loro inaugurazioni, nei loro convegni, nei loro impegni mondani, con una Iblea Acque nelle condizioni che tutti sanno, pare che alla richiesta di autobotte dalla società venga indicato di rivolgersi ai privati.
Considerata la fila che c’è a Ragusa, qualcuno telefona a Modica o a Santa Croce Camerina, ma verrebbe detto, o fatto capire diplomaticamente, che i distributori privati di acqua potabile, che devono comunque attingere da fonti comunali, non possono uscire dal proprio comune, su espressa intimazione di Iblea Acque.

Considerato che Iblea Acque ha, in questo momento, il coltello dalla parte del manico, può accadere di tutto, ma è previsto dalla legge che Iblea Acque può impedire al privato di uscire dal proprio comune?
E, se così fosse, come pensano a Iblea Acque di risolvere i disagi a Ragusa? Con la danza della pioggia?
Può essere che non si vogliono impoverire le risorse di altre città, ma questo dovrà valere anche in caso opposto, in caso di emergenze in altri paesi della provincia, dovrà valere la stessa legge, i vertici di Iblea Acque andranno a fare l danza della pioggia nei territori interessati anche da carestia, senza toccare le risorse del capoluogo.

Forse è buono quello che auspica Sergio Firrincieli, qualcuno dovrebbe andare a casa, e non solo di Iblea Acque. Anche gli amministratori dovrebbero guardarsi allo specchio, soprattutto quelli che hanno l’ardire di pensare alla candidatura a prossimo sindaco, e trarre le dovute conclusioni, come si sul dire, per il bene comune.

Ultimi Articoli