Chi conosce Cassì sa che, se è stata lanciata la proposta di aumentare la tassa di soggiorno, peraltro di pochi centesimi, insignificanti nell’economia del costo di una stanza d’albergo, non si sfuggirà a questo disegno del primo cittadino, soprattutto se avrà avuto l’avallo, per la sua idea, del taumaturgo, del santone che dovrebbe fare sciogliere le lacrime di un turismo che non decolla secondo le sue potenzialità, in presenze in ogni periodo dell’anno.
Cionondimeno l’annuncio del Presidente provinciale di Federalberghi, Rosario Dibennardo, di non dare parere favorevole per l’aumento, assume una valenza particolare, sostenuto dal conciso ma eloquente commento: “Al comparto serve altro”
Dopo aver anche consultato gli associati, Dibennardo ha esternato alcune riflessioni:
“Riteniamo che quello attuale non sia il momento più adeguato e che, piuttosto, si debba puntare a recuperare, così come già è stato ventilato, la sacca di evasione per fare in modo che si riescano a colmare eventuali perdite registratesi nel corso dell’anno.
Allo stesso tempo, abbiamo manifestato la nostra disponibilità per un confronto all’adeguamento negli anni immediatamente successivi al 2024, vincolando l’importo a progetti condivisi con Federalberghi.
Il comparto turistico nella città di Ragusa ha bisogno di consolidarsi prima di potere pensare a ulteriori esborsi che potrebbero inficiare le programmazioni future.
Rimaniamo convinti della necessità di creare un coordinamento complessivo sul turismo, che non può essere l’osservatorio già esistente, con finalità operative e, soprattutto, capace di interfacciarsi con organismi simili presenti negli altri Comuni iblei affinché tutti possiamo parlare la stessa lingua”.
Delle dichiarazioni di Dibennardo non convincono due cose: parla di esborsi riferiti, almeno così è scritto, al comparto turistico, esborsi “che potrebbero inficiare le programmazioni future”: ma la tassa non è un esborso per le strutture turistiche, che non fanno altro che raccogliere le somme pagate dai clienti e girarle al Comune. Né si potrà dire che 50 centesimi di aumento potranno distogliere il cliente a frequentare il nostro territorio, essendo pochi, fra l’altro, le località turistiche che non troveranno la tassa di soggiorno.
C’è anche il riferimento all’esigenza di un coordinamento complessivo sul turismo e Dibennardo dice che non può essere l’Osservatorio: ma finora le scelte della FederAlberghi, anche per i vertici dell’Osservatorio, hanno sempre condizionato l’attività dello stesso, soprattutto con la confusione creata per l’erogazione di ingenti somme per l’aeroporto di Comiso, peraltro mai sfruttate adeguatamente.
Ma a parte la valutazione sull’organismo, c’è anche da dire che Federalberghi, e i vertici da essa indicati, non hanno mai proceduto al compito elettivo dell’Osservatorio che sarebbe stato solo quello di monitorare l’utilizzo delle somme della tassa di soggiorno, per come stabilito dal competente consiglio comunale su proposta della giunta.
Che poi, ci sua l’esigenza di una cabina regia, ma composta da gente competente, è di tutta evidenza, ma finora Federalberghi ha visto passare Piani strategici del turismo, assessori vari, Distretti turistici, esperti per il turismo, destination manager che non hanno nemmeno raggiunto l’adolescenza, comitati e piccole associazioni di settore, e si è espressa rare volte su questo bailamme che ha portato al nulla totale anche per il benché minimo risultato. E in tutto questo non c’è mai stato un autorevole intervento di Federalberghi.