Ragusa, la città dell’oblio

Ragusa è diventata, da tempo, la città dell’oblio, o, almeno, a qualcuno conviene così.
Tante cose si dimenticano, svaniscono come per incanto, non se ne parla più.
In politica, poi, l’oblio è diventato arte, nello specifico, nei lavori pubblici c’è il festival dell’oblio.
Più volgarmente ci sono cose delle quali meno si parla, meglio è.
Non possiamo dare un ordine cronologico, tantomeno logico alle tante cose che ci frullano in testa, nè ci aiutano nemmeno le sedicenti opposizioni che in relazione sono ormai alla demenza senile, tante sono le dimenticanze.
Non si parla più del parcheggio interrato di Ibla, meno che mai dell’ultimo Piano Economico Finanziario, dimenticato.
Non si parla degli ingenti fondi del PNRR, 20 milioni, per polo fieristico, vallata santa domenica, villa Moltisanti, della club house dell’impianto sportivo di via delle Sirene a Marina di Ragusa silenzio assoluto.
Passeggiata a mare ai Canalotti di Punta Braccetto, un’utopia capire cosa è successo.
Attendiamo da anni il caseificio didattico nei locali dell’ex macello di San Paolo, a Ibla, la trattativa per farne merce di scambio con quelli del parcheggio interrato, farebbe capire che la grande idea del caseificio era un bluff come tanti altri.
Del teatro Marino non parla più nessuno, tanto saranno lunghi tempi per il completamento, ci sono tante altre questioni dove si glissa, si fa finta d nulla, si perde tempo per architettare giustificazioni di comodo.
Ma l’oblio è una malattia diffusa, a tutti i livelli, non si sa nulla sui rilievi per la gestione della piscina comunale, non si sa nulla su tutte le irregolarità commesse a Iblea Acque, molte ammesse dallo stesso sindaco, addirittura, forse, qualcuno degli assunti irregolarmente va in televisione a rilasciare interviste. Siamo nel paese di Paperino.

L’ultima questione che vogliamo sollevare, prima che l’oblo l’avvolga, è quella dell’antenna per le telecomunicazioni che si stava allestendo, con relativo traliccio alto 25 metri, a Marina di Ragusa.
Il Comune, pare, abbia bloccato i lavori e già questo fa capire che qualcosa non gira per il verso giusto negli ingranaggi, non tutto era a posto.
Qualcuno dei consiglieri è indaffarato a fare accesso agli atti, ma ormai gli atti a cui hanno avuto accesso sono molti di più dei risultati ottenuti, come per la piscina o per Iblea Acque.
Se poi questi atti li tengono per sé e non viene fuori nulla, non ce ne facciamo nulla dell’accesso agli atti.
Dietro ci deve essere qualcosa, perché troppo silenzio è caduto sulla cosa, addirittura, e questo è semplicemente scandaloso, alla semplicissima domanda su quale fosse la società, la ditta che vuole montare il traliccio con l’antenna, viene risposto che gli uffici sono tenuti alla massima riservatezza anche perché il titolare della concessione avrebbe diffidato dal fornire i dati.
Peccato, eravamo abituati ai cantieri dove c’era una tabella che specificava oggetto dei lavori, ditta esecutrice, ordinante de lavori, responsabili del cantiere, direttore dei lavori, tabella prevista dalla legge.
Ora siamo arrivati alla diffida dal pronunciare solo il nome del committente, automatica ammissione che qualcosa non quadra nello scenario allestito.
Bene farebbe l’amministrazione a fare chiarezza e trasparenza, su quali sono gli assessorati e gli uffici coinvolti, prima che loro stessi dimentichino l nome del committente e cosa stavano facendo: si potrebbero trovare con le mani e le braccia fino ai gomiti, sporche di farina, di uovo, di zucchero e potrebbero dimenticare che torta stavano facendo.

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