Comitato civico Articolo 32, à la guerre comme à la guerre

Il Comitato Civico Articolo 32 non desiste dalla sua azione di denuncia e di sollecitazione per alcuni casi che chiama di malasanità ma ci permettiamo di definire di disorganizzazione del sistema.
Fortunatamente, ancora, dalle nostre parti i casi di malasanità sono inesistenti, anzi ci sono punte di eccellenza riconosciute a livello regionale.
Certo le disfunzioni organizzative, nel settore, non sono poche ma pensare dii risolvere la crisi del mondo sanitario con lo scontro, secondo noi serve a poco.
E’ come voler risolvere le carenze idriche dall’oggi al domani, chiedendo la testa di questa o quella autorità o dirigenza.
Il sistema sanitario soffre di mali congeniti, che si sono accumulati nel tempo, contro i quali tutti i partiti hanno magari protestato ma mai hanno assunto posizioni forti. Solo per fare un esempio nelle campagne elettorali di tutto si parla, d tutto si chiede, ma dei mali della sanità nessuno si interessa.
Peraltro, le proteste del Comitato Civico Articolo 32 arrivano in un momento in cui ci sono azioni, a livello regionale, per smaltire le liste di attesa, proprio a Ragusa, in questi giorni, nell’ambito del Piano straordinario per l’abbattimento delle Liste d’attesa e sulla scorta dei finanziamenti ricevuti dall’assessorato regionale per la Salute, l’ASP di Ragusa ha contrattualizzato con alcune strutture convenzionate n.7244 prestazioni diagnostiche, di cui: n.1022 Risonanze magnetiche; n. 834 Tac; n. 5388 Ecografie.
Inoltre, in una nota dell’Azienda, è specificato che stato istituito un team aziendale per consentire l’accesso dei cittadini ai cosiddetti “percorsi di tutela”, cioè i percorsi alternativi alle prestazioni specialistiche di “primo accesso” nel caso in cui venga superato il tempo massimo di attesa a livello istituzionale.
Al riguardo, sono n.137 le istanze pervenute ed evase, di cui 126 garantite nei tempi previsti e 11 rigettate per inappropriatezza della richiesta.

Tutto ciò premesso, non vogliamo minimizzare quanto denunciato dal Comitato Articolo 32, nelle sue varie comunicazioni, esimendoci, comunque, secondo una nostra precisa linea editoriale dal prendere in esame singoli casi. È la stessa linea che ci porta a ignorare denunce di ogni tipo, peraltro il ns giornale non si occupa di casi di cronaca giudiziaria o, comunque, afferenti ai Tribunali e alle Forze dell’ordine; per coerenza omettiamo, allo stesso modo, anche per l’impossibilità di adeguati controlli, di pubblicare encomi e lettere di soddisfazione di degenti o parenti d degenti, se non diffuse dalla stessa Azienda

Come accennato, siamo convinti che lo scontro non porta a nulla, ove si riscontrasse oltraggio ai diritti costituzionalmente garantiti, occorrono precise denunce alle autorità preposte, soprattutto ove fossero riscontrati comportamenti non consoni del personale preposto.
Lo stesso Comitato parla di una pericolosa deriva delle attività amministrative dell’Azienda Sanitaria, il fenomeno è usuale, ormai, anche al di fuor della sanità, un tempo si andava in reparto e i medici, il primario, decidevano cosa fare.
Oggi un computer assegna una vista specialistica a Scicli o a Vittoria senza poter discernere se il paziente è un ottantenne che, a stento potrebbe arrivare all’ospedale di Ragusa
Nello stato di emergenza del sistema sanitario, sembra eccessiva la considerazione di atteggiamenti vendicativi contro l’associazione, per quanto siamo i primi ad auspicare un intervento di replica dell’Azienda ai diversi rilievi sollevati-

Anche nel corso di un incontro con la stampa, ultimamente, è stato denunciato un caso particolarmente delicato, in contrasto con le direttive ministeriali, le leggi in materia e i principi costituzionali.
Ci viene messa a disposizione ogni tipo di documentazione, ma non si hanno cenni di circostanziate denunce, nonostante chiari pareri legali e l’assicurazione che l’associazione non si lascerà intimidire e proseguirà il proprio impegno facendo valere le proprie ragioni in tutte le sedi.

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