Il silenzio degli innocenti

Il Piano Regolatore Generale di Ragusa è diventato un gioco di ruolo: attorno al tavolo c’è di tutto.
Lo scadimento della politica ha raggiunto livelli così bassi da risultare inconcepibili, il Piano Regolatore di Ragusa materia troppo complicata e delicata per finire nelle mani di un manipolo di giocatori che stanno recitando per un gioco di ruolo, attorno ad un tavolo.
Le battute, ormai, si sprecano, quando si parla di consiglio comunale, chi parla di commedia, chi di farsa chi di circo equestre: e i numeri li fanno i vari protagonisti con i comunicati stampa che, ormai, si sprecano.
Non sono solo le poche forze di opposizione rimaste, il malcontento si fa strada anche nella coalizione che governa la città, complice anche l’alleanza, mal tollerata, con il Partito Democratico e con Territorio di Nello Dipasquale che molti, per beffa, considerano l’origine dei mali urbanistici della città.
Del consigliere Calabrese stanno tirando fuori anche i certificati di battesimo e di cresima, suoi e dei familiari e delle sue società, ma il consigliere se la ride e ostenta sicurezza sulla sua posizione, rifiutando ogni ipotesi di incompatibilità. Ma le carte che attesterebbero la sua presunta incompatibilità continuano a circolare, con aggiornamenti costanti.
Altra questione di incompatibilità riguarda i consiglieri Antoci e Criscione che, sulla stampa, non hanno smentito la loro incompatibilità che non considerano da dichiarare obbligatoriamente, in quanto si astengono dal partecipare alla discussione e all’approvazione dello strumento urbanistico.
Sulla loro presenza o meno fra i compatibili si regge il numero minimo per poter discutere e approvare il piano regolatore, con 12 persone il piano viene consegnato al commissario ad acta.Su questo si innescano due correnti di pensiero, due pareri giurisprudenziali che sono opposti.
C’è chi ritiene la strategia elusiva di Antoci e della Criscione legittima per mantenere il numero minimo, non dichiarandosi incompatibili ma non partecipando ai lavori e alla votazione.
C’è chi, invece ritiene obbligatoria la loro dichiarazione di incompatibilità e considera inevitabile l’intervento dei vertici amministrativi del Comune, se messi a conoscenza dei termini della incompatibilità, ove persistesse la posizione dei consiglieri incompatibili.
La situazione è tutta nelle risposte che potranno arrivare dai vertici amministrativi del Comune, se è loro competenza sollevare il rilievo di incompatibilità e se lo vorranno sollevare.
Al momento, c’è il più assoluto silenzio, impossibile che non siano a conoscenza della situazione che, peraltro, qualcuno dice di aver esposto con chiarezza agli stessi.
Ora ci sono i comunicati stampa che invitano i consiglieri comunali, gli amministratori e il Segretario Generale a fare chiarezza, a fare trasparenza, si impone un intervento chiarificatore che legittimi la posizione degli attuali compatibili e valuti le segnalazioni pervenute, al fine del regolare svolgimento dei lavori.
Ma servirebbe anche una risposta del sindaco e dell’amministrazione tutta ai vari rilievi inoltrati, prima di tutto una inevitabile affermazione di ritenere nella piena legittimità i comportamenti dei propri componenti di maggioranza e di alleati, rimandando al mittente, supposizioni, eccezioni, rilievi e denunce di vario tipo.
Non ultimo sarebbe d’uopo uscire dall’equivoco anche da parte delle varie componenti della coalizione che appoggia l’amministrazione: qualcuno, incoscientemente, si vanta che, in caso, successivo, di ricorso contro un consigliere, andrebbero annullati solo gli atti relativi alle sue proprietà o a quelle afferenti per parentela fino al quarto grado, lasciando integra l’impalcatura del PRG, una sorta di connivenza silenziosa che si aggiunge a quella dei consiglieri, una volta di opposizione, che promettevano sfracelli per il piano di Cassì e Giuffrida e che ora, invece, forse, per l’intervento di Calabrese (o per il mantenimento della poltrona NdR) ritengono il migliore PRG per la città.

Ultimi Articoli